Fisica

Fenomeno costituito dalla dispersione nell'ambiente delle onde elettromagnetiche prodotte dagli elettrodomestici, dai macchinari delle industrie, dalle linee elettriche, dalle antenne e dai telefoni cellulari. A partire dagli anni Cinquanta del Novecento sono state condotte numerose ricerche circa le conseguenze dell'elettrosmog sull'ambiente in generale e sull'uomo in particolare. Per quanto concerne le conseguenze sull'organismo umano, tali ricerche hanno fornito dati discordanti, sia perché le onde elettromagnetiche generate, per esempio dagli elettrodomestici o dalle antenne, hanno caratteristiche (lunghezza e frequenza) molto diverse e quindi effetti potenzialmente differenti, sia perché i dati ottenuti in quasi tutte le ricerche condotte indicano che la risposta dell'organismo alle onde varia considerevolmente a seconda dell'età dell'individuo. Sebbene non vi siano evidenze sperimentali nette che confermino una correlazione tra emissioni elettromagnetiche e l'insorgere di patologie nell'uomo, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito un range di valori di soglia di intensità oltre i quali è bene che un organismo vivente non venga esposto.

Conseguenze dell'impatto delle onde elettromagnetiche

Un effetto accertato delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza (anche se non ionizzanti) è l'innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto quelli più ricchi di acqua. Nel caso dei telefoni cellulari, la potenza irradiata è bassa (solitamente minore di 1 watt) e il riscaldamento prodotto è dell'ordine di poche frazioni di grado, quasi interamente localizzato nella testa dell'utente, inferiore comunque all'effetto di una esposizione di pari durata alla radiazione solare. I soggetti portatori di pacemaker dovrebbero rispettare una distanza maggiore di 1 metro fra il telefono e il dispositivo medico, poiché le onde elettromagnetiche prodotte possono creare dei falsi impulsi nei circuiti che potrebbero scoordinare il ritmo. Le radiazioni di microonde causano almeno due meccanismi che sono alla base dello sviluppo di un cancro: micronuclei e shock termico delle proteine. I micronuclei sono filamenti spezzati del DNA e indicano che le cellule non sono più in grado di ripararsi correttamente. Lo shock termico delle proteine è causato dal surriscaldamento di punti nei tessuti umani. Le radiazioni di microonde producono sul cervello effetti quali il rallentamento o l'arresto della produzione da parte della ghiandola pituitaria, detta anche ipofisi, dell'ormone stimolante tiroideo (TSH), determinando così una drastica riduzione degli ormoni tiroidei T4 e T3. La distruzione fin dalla giovane età di cellule neuronali annulla una “riserva cerebrale” che nella vecchiaia potrebbe compensare la morte di neuroni causata da Alzheimer o da altre malattie degenerative.

Diritto

In ambito giuridico si definisce elettrosmog la particolare tipologia di inquinamento provocata dall'uso di impianti che generano campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici potenzialmente nocivi per la salute pubblica. Lo sviluppo delle nuove tecnologie collegate all'uso di onde elettromagnetiche, come avviene per gli apparati di telefonia mobile, i radar e gli impianti di radiodiffusione, ha reso indispensabile l'adozione di norme volte a tutelare la salute dei cittadini. In Italia, un decreto ministeriale del 1998 fissava il valore limite dell'esposizione agli elettrodotti in 6 V/m (in alcuni casi venivano tollerati 20 V/m), per tempi di esposizione superiori alle 4 ore. Successivamente, una legge del 22 febbraio 2001 definiva i principi fondamentali per assicurare la tutela della salute della popolazione nei riguardi degli effetti dell'esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. La legge istituiva anche un catasto nazionale delle sorgenti fisse e mobili dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici al fine di rilevare i livelli di campo presenti nell'ambiente e di predisporre le misure più idonee alla tutela della salute. Successivamente, il 21 febbraio 2003, il Consiglio dei Ministri ha approvato i decreti attuativi della legge quadro sull'elettrosmog. Il livello di attenzione delle emissioni degli elettrodotti su case, scuole e uffici è stato fissato in 10 microtesla, e quindi innalzato rispetto ai precedenti 0,2-0,5 microtesla. Questo valore è il massimo consentito in edifici in cui si debba rimanere per più di 4 ore. Il limite di legge scende però a 3 microtesla per gli impianti futuri o in fase di progettazione. Le organizzazioni ambientaliste ritengono però troppo alto il limite di 10 microtesla, peraltro inferiore al valore di 100 microtesla considerato sufficientemente cautelativo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'Unione Europea. Per gli impianti ad alta frequenza, come per la telefonia mobile, per la radio e la televisione, è stato mantenuto il valore stabilito nel 1998 di 6 volt/metro. A ulteriore garanzia dei cittadini, l'ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) è impegnata in Italia a coordinare campagne di misura di elettrosmog a campione in diverse località italiane o su richiesta delle autorità locali o della popolazione. Lo stesso ente è responsabile dell'autorizzazione per riguardo l'installazione e la modifica degli impianti Radio-TV-Cellulari in coerenza con gli attuali standard di campo elettromagnetico previsto.

Bibliografia

M. Grandolfo, Linee guida e limiti di esposizione raccomandato per le radiazioni non ionizzanti dell'International Radiation Protection Association (IRPA), Rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità, Roma (1987); M. Grandolfo, S. Tofani, Dosimetria ed effetti biologici dei campi elettromagnetici a radiofrequenza, Rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità, Roma (1987).

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