eminènza

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sf. [sec. XV; dal latino eminentía, altezza, elevazione].

1) L'essere eminente; l'innalzarsi sulle cose circostanti: “l'eminenza delle... Alpi inaccessibili” (Marino); luogo elevato. § In particolare, in anatomia, rilievo o protuberanza che si evidenzia in organi o tessuti: eminenza mammillare, sporgenza rilevabile sulla superficie interna del tavolato cranico, corrispondente ai solchi o alle depressioni dell'encefalo; eminenza tenar e ipotenar, due rilievi del palmo della mano, rispettivamente situati alla base del pollice e del mignolo.

2) Fig., grandezza, eccellenza: “l'eminenza dell'ingegno italico” (Gioberti).

3) Titolo onorifico riservato ai cardinali della Chiesa cattolica. In origine titolo di riguardo attribuito a re, imperatori e personalità importanti, fu riservato da papa Urbano VIII ai cardinali, al gran maestro dell'ospedale di S. Giovanni di Gerusalemme e ai tre arcivescovi di Colonia, Magonza e Treviri in quanto elettori imperiali. Dalla dissoluzione del Sacro Romano Impero compete solo ai cardinali. In particolare, eminenza grigia, appellativo del frate cappuccino consigliere del cardinale Richelieu; per estensione, influente e segreto consigliere di alti personaggi, o, più generale, chiunque eserciti un'influenza potente e nascosta: “un'eminenza grigia o, come voglia dirsi, una vecchia volpe” (E. Cecchi).

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