endòcrino

agg. [sec. XX; endo-+ -crino]. Sistema endocrino, insieme delle ghiandole a secrezione interna; le ghiandole endocrine, prive di dotto escretore e dotate di una ricca rete vasale, versano direttamente nel sangue sostanze da esse specificamente elaborate: gli ormoni. L'intima struttura delle ghiandole endocrine e le caratteristiche degli ormoni presentano una straordinaria somiglianza in tutti i Vertebrati. Le differenze riguardano soprattutto la forma macroscopica e la posizione, la presenza o l'assenza di alcune di queste ghiandole in certe forme animali e la funzione che ormoni pressoché identici possono esplicare in organismi diversi. Nell'uomo, ghiandole endocrine in senso stretto sono: l'ipofisi, la tiroide, le paratiroidi, le ghiandole surrenali (corticale e midollare), il pancreas insulare, le gonadi o ghiandole sessuali (testicolo e ovaio). È ancora in discussione se il timo e l'epifisi debbano essere inclusi o meno nell'apparato endocrino. Le funzioni delle ghiandole endocrine sono strettamente integrate tra loro; connessioni anatomiche e funzionali esistono d'altra parte tra sistema endocrino e i sistemi nervosi centrale e periferico sia attraverso la midollare del surrene, che secerne ormoni (adrenalina e noradrenalina) i quali sono anche mediatori chimici della trasmissione nervosa, sia attraverso l'ipotalamo. Da questa struttura cerebrale, le cui funzioni sono essenziali per l'omeostasi e per l'adattamento dell'organismo all'ambiente, vengono secrete speciali sostanze di struttura polipeptidica, proteica o tuttora ignota, le quali hanno la proprietà di influenzare in senso stimolante o inibente l'attività dell'ipofisi, delle gonadi, della tiroide e della corteccia surrenale. Attraverso gli ormoni il sistema endocrino svolge funzioni regolatrici sui processi dell'accrescimento, della riproduzione e del metabolismo; l'accrescimento corporeo è in stretto rapporto con l'attività dell'ipofisi, della tiroide e delle ghiandole sessuali; queste ultime, assieme alla corticale del surrene e all'ipofisi, regolano le funzioni riproduttive; il metabolismo glicidico, lipidico, proteico e il bilancio idrico-salino dell'organismo sono sotto il controllo dell'attività coordinata dell'ipofisi, delle paratiroidi, della tiroide, delle ghiandole surrenali e delle isole pancreatiche. Nella patologia dell'apparato endocrino, pertanto, gran parte della sintomatologia è conducibile a disturbi dell'accrescimento, della funzione riproduttiva e del ricambio. Le malattie endocrine sono generalmente espressione di deficit o eccessi funzionali di una o più ghiandole. Vi è anche la possibilità che, in condizioni particolari, una ghiandola produca ormoni con struttura chimica e proprietà fisiologiche diverse dal normale; tale fenomeno, che sembra possedere grande importanza nella patologia tiroidea, è oggetto di profondi studi sia clinici sia sperimentali. D'altra parte le acquisizioni dell'endocrinologia indicano che la patogenesi delle malattie ghiandolari non è riconducibile a semplicistici criteri di ipersecrezione o di iposecrezione di un ormone. È oggi noto che varie malattie endocrine non derivano da disfunzioni ghiandolari vere e proprie, ma da disturbi del metabolismo, dell'eliminazione e del trasporto intraorganico degli ormoni o da un'alterata sensibilità a questi degli organi bersaglio.

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