endemismo

sm. [sec. XIX; da endemia]. Fenomeno per cui determinati animali e piante sono esclusivi di certi territori, generalmente ben delimitati geograficamente (laghi, isole, ambiente ipogeo). Si parla di paleoendemismo quando un'entità, sorta in un periodo remoto in un dato territorio, non se ne è mai allontanata (endemismo autoctono), anche se l'area distributiva si è in molti casi assai ristretta (endemismo di conservazione o di reliquato). Si parla invece di neoendemismo quando nuove razze geografiche si sono formate a spese di specie frammentatesi; ogni nuova entità occupa parte dell'area della specie originaria: in questo caso le differenze tra le razze sono più superficiali e meno importanti. L'endemismo è frequente nell'Australia (Monotremi e Marsupiali), nel Madagascar (Odonati), nei laghi e nelle paludi: per esempio, laghi Tanganica e Bajkal. Si parla di endemismo disgiunto nel caso di forme fossili endemiche, ritrovate oggi in aree separate da barriere geografiche invalicabili, come per esempio un oceano. I casi di endemismo disgiunto sono fondamentali nelle ricostruzioni paleogeografiche relative alla frammentazione della Pangea. Esempi di endemismo disgiunto possono essere per esempio il ritrovamento di resti del genere Lystrosaurus in Africa, India, Antartide, oppure i resti di mesosauri presenti esclusivamente in Brasile e nell'Africa meridionale.

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