agg. (pl. m. -ci) [sec. XVIII; da epigrafia]. Proprio dell'epigrafe o delle epigrafi. Per estensione, breve, conciso.

Le raccolte epigrafiche greco-romane

Le raccolte epigrafiche che riuniscono le iscrizioni greche e romane possono essere divise in tre gruppi principali: raccolte che mirano a riunire tutte le epigrafi o che ne sono il supplemento; sillogi; raccolte specialistiche. Per il primo gruppo vanno ricordate prima di tutto le Inscriptiones Graecae, che hanno ormai sostituito il . Il piano generale comprende 15 volumi in più tomi, con criterio topografico, di cui i primi tre dedicati all'Attica. Accanto alle Inscriptiones Graecae vanno citate le raccolte pubblicate da studiosi delle missioni di scavo francesi di Delfi, di Delo e della Siria e le Inscriptiones Creticae (M. Guarducci, Roma, 1935 seg.), che hanno preso ufficialmente il posto del relativo volume delle Inscriptiones Graecae. Tra le sillogi, in ambito greco, le principali restano quelle del Dittenberger. Al terzo gruppo appartengono numerosissime opere che raccolgono iscrizioni agonistiche, cristiane, dialettali, giuridiche, magiche, onorarie, sacre ecc. Nel campo dell'epigrafia latina, accanto al Corpus Inscriptionum Latinarum, si possono ricordare, oltre ai molti supplementi regionali, le Inscriptiones Italiae, grande serie pubblicata solo in parte, e The Roman Inscriptions of Britain (Collingwood-Wright, Oxford, 1965): in esse le epigrafi vengono pubblicate con fotografie o facsimili. Tra le sillogi: H. Dessau, Inscriptiones latinae selectae (Berlino, 1892-1916); A. Degrassi, Inscriptiones latinae liberae rei publicae (Firenze, 1957-63). Tra le raccolte specialistiche: E. Diehl, Altlateinische Inschriften (Iscrizioni latine antiche; Berlino, quinta ed. 1964); R. Cagnat, Inscriptiones graecae ad res romanas pertinentes (Parigi, 1911-27); F. Becheler, Carmina latina epigraphica (Lipsia, 1895-1926).

Le raccolte epigrafiche di altre civiltá

Al di fuori del mondo greco-romano, non sempre le raccolte epigrafiche hanno l'autonomia dei grandi Corpora di iscrizioni greche e latine, poiché spesso la raccolta delle iscrizioni di un periodo o di un popolo è in pratica la raccolta di quanto di esso ci resta di scritto, o non ne hanno l'ampiezza. Si può ricordare il Corpus Inscriptionum Semiticarum, pubblicato a partire dal 1881 dall'Académie des Inscriptions et Belles Lettres, in 4 parti, rispettivamente per le iscrizioni fenicie, aramaiche, ebraiche, arabiche antiche; per le epigrafi egiziane Die altaegypt. Pyramidentexte, di K. Sethe (1922; I testi antico-egiziani delle piramidi), Die Inschriften der aegyptischen Frühzeit di P. Kaplony (1963; Le iscrizioni della remota antichità egiziana). Per l'epigrafia cristiana: Inscriptiones Christianae Urbis Romae saec. VII antiquiores, I-IV, di G. B. De Rossi, A. Silvagni, A. Ferrua (1857-1964); Inscriptiones Christianae Veteres di E. Diehl (1961-62).

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