Definizione

agg. e sm. (pl. m. -i) [da erba+-cida]. Composto chimico che, applicato sul terreno o sul fogliame, ha la proprietà di distruggere le erbe e di impedirne la vegetazione; è detto anche defogliante, diserbante o disinfestante.

Classificazione

Gli erbicidi vengono chiamati selettivi quando agiscono solo sulle erbe dannose, non selettivi o ad azione totale quando distruggono o impediscono qualsiasi tipo di vegetazione. La selettività dell'azione erbicida è legata alla natura del composto, potendo dipendere dalla sua tossicità selettiva o dalla velocità di assorbimento variabile da un'erba all'altra, oppure alla concentrazione della sostanza, alle modalità di applicazione sul terreno o sulla pianta, al tipo di veicolo utilizzato. Gli erbicidi applicati sul fogliame possono agire sia localmente, esercitando un'azione lesiva sui tessuti fogliari e sulle gemme, sia con meccanismo generale, previo assorbimento e trasporto della sostanza nelle parti radicali della pianta (erbicidi sistemici o erbicidi per trasporto). L'azione degli erbicidi applicati sul terreno si svolge attraverso un danneggiamento diretto dell'apparato radicale oppure per impedimento della germinazione dei semi. Gli erbicidi comprendono sostanze sia organiche sia inorganiche. Queste ultime mancano generalmente di proprietà selettive per cui agiscono come sterilizzanti. Tra i principali erbicidi inorganici vi sono alcuni acidi (acido cloridrico, acido solforico, acido fosforico) e vari composti salini, quali il solfato di ferro, il solfato e il nitrato di rame, il cloruro di potassio, il solfocianato d'ammonio, il cianuro di calcio, il nitrato di rame, il cromato di potassio, il tetraborato di sodio. Gli erbicidi organici possono essere così classificati: derivati fenolici, usati come defoglianti pre-raccolto nelle coltivazioni di cotone e per il diradamento dei fiori negli alberi da frutto; clorofenossi-derivati, erbicidi selettivi per erbe a foglia larga e per piante legnose sensibili (colture di frumento, di lino e di trifoglio); derivati cloro- e metil-sostituiti di acidi alifatici, che applicati sul terreno impediscono la germinazione dei semi, bloccano l'accrescimento in altezza della pianta e ne inibiscono la ramificazione; applicati sul fogliame agiscono invece come defoglianti; sono erbicidi non selettivi ad ampio spettro di azione, adoperati soprattutto per terreni non coltivati; ammidi, che impediscono lo sviluppo dei semi e sono particolarmente adatti per terreni argillosi; derivati dell'urea, altamente tossici per l'apparato radicale, specie per le piante acquatiche; carbammati, che applicati sul terreno esercitano effetti citotossici che provocano gravi alterazioni cellulari e l'arresto dello sviluppo radicolare; tiocarbammati, sostanze molto attive sulle erbe infestanti le colture di frumento, fave, piselli, bietole; ditiocarbammati, attivi sulle erbe che infestano le colture di soia, arachidi, cotone, barbabietole, granoturco e tossici per Batteri e Funghi; tiodiazine, attive per applicazione sul terreno contro le malerbe annuali; triazoli, composti adoperati come defoglianti del cotone e per inibire la ricrescita delle malerbe a radice profonda; triazine, altamente selettive contro le erbe a foglia larga; acidi clorobenzoici e benzeni clorurati, ad azione selettiva, usati per le colture di frumento e contro le piante legnose. Sono stati sviluppati anche erbicidi detti ormonici, che non hanno un'azione tossica diretta sulla vegetazione, ma che ne provocano la distruzione alterandone il metabolismo nutrizionale.

Agronomia

La lotta alle piante infestanti è una necessità primaria nella pratica agronomica. Le malerbe infatti, in mancanza di interventi, possono causare alla produzione agricola danni che raggiungono il 50%, mentre impediscono l'applicazione dei moderni mezzi di raccolta meccanica indispensabili in quasi tutte le colture industriali. Le tecniche tradizionali di aratura, estirpatura e sarchiatura diventano sempre più onerose per il costo della mano d'opera; per tale motivo si fa sempre più ricorso al diserbo chimico.

Effetti sull'ambiente

L'impiego sempre più esteso degli erbicidi provoca per contro anche effetti indesiderabili sia direttamente a carico delle colture agrarie sia sull'ambiente. Il principale rischio connesso all'impiego degli erbicidi deriva dalla loro elevata fitotossicità che non si manifesta, se non in seguito a errori di applicazione, sulle colture per le quali vengono impiegati ma spesso su quelle successive nella rotazione dei campi. Infatti l'attività erbicida è selettiva solo nei riguardi di ben determinate specie, per cui diviene molto delicata la programmazione degli avvicendamenti colturali in rapporto ai prodotti impiegati e alla loro persistenza. Infine gli erbicidi possono determinare danni a colture anche lontane dal loro punto di applicazione quando, in seguito al dilavamento, inquinano le acque di irrigazione, oppure quando vengono trasportati dal vento.

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