Lessico

sf. [sec. XVII; dal latino erosío-ōnis].

1) Asportazione sistematica di particelle di suolo e/o di frammenti della sottostante roccia madre in conseguenza delle azioni fisiche, chimiche e biochimiche esercitate sulla superficie terrestre dai diversi agenti geomorfologici.

2) Per estensione, in metallurgia, forma particolare di usura che si manifesta sulla superficie di un materiale quando sia in contatto con un fluido in moto relativo rispetto a essa.

3) In medicina, perdita di sostanza che interessa mucose, epidermide e strati più superficiali del derma, muscoli, ossa, ecc., per l'azione di agenti patogeni fisici, chimici, infettivi o tumorali.

4) In senso fig., lento calo di potere d'acquisto (riferito a monete, salari e simili).

Geologia

Doccia di erosione, struttura sedimentaria singenetica interna, in forma di scanalatura, dovuta ad azione idrodinamica sul tetto di un deposito a grana fine; si presenta allungata nel senso dell'antica corrente, con l'estremità rivolta a monte della stessa arrotondata e larga, e l'altra stretta e profonda. Normalmente la si trova conservata come impronta negativa sulla faccia inferiore dello strato soprastante per riempimento della cavità con sabbia o silt.

Geomorfologia: i processi di erosione

Con il termine erosione si intendono i processi demolitori risultanti dall'attività fisica delle acque correnti; per tutti gli altri casi sono stati coniati specifici vocaboli. Si parla di: erosione marina o abrasione, dovuta al mare ; erosione eolica o corrosione, dovuta al vento; erosione glaciale o esarazione, dovuta all'azione dei ghiacciai; erosione pluviale, dovuta all'azione della pioggia; erosione antropica, dovuta a fenomeni che sono conseguenze di azioni umane (per esempio colture, diboscamenti, sbancamenti per la costruzione di strade, ecc.). L'erosione avviene, fondamentalmente, grazie a due processi di natura diversa: fisici (erosione meccanica), per esempio variazioni di temperatura (termoclastismo) o variazioni di pressione dell'acqua (crioclastismo); chimici e biochimici (erosione chimica), per esempio fenomeni di dissoluzione o alterazione. L'aumento delle conoscenze su altri corpi solidi del sistema solare ha portato al riconoscimento di fenomeni di erosione extraterrestri. Per esempio l'erosione lunare, cioè l'insieme dei processi erosivi che si verificano sulla Luna, si basa essenzialmente sulla continua azione di bombardamento della superficie lunare da parte di meteoriti di differenti dimensioni.

Geomorfologia: l'erosione fluviale

Nell'ambito dei processi morfogenetici esogeni, l'erosione fluviale assume un ruolo tipicamente distruttivo, contribuendo in maniera determinante alla demolizione dei rilievi. Tale processo si definisce ciclo dell'erosione normale o ciclo di Davis. L'attività distruttiva è particolarmente predominante nel primo stadio del ciclo erosivo, quello giovanile, caratterizzato da una topografia movimentata con valli profondamente incise a V, separate da ampi interfluvi che progressivamente si vanno riducendo per l'erosione regressiva operata dal reticolato idrografico sui versanti; le valli si ampliano, i versanti si addolciscono, i fiumi raggiungono il profilo di equilibrio, ossia si instaurano condizioni generali non più favorevoli all'erosione ma alla sedimentazione: è lo stadio di maturità cui seguirà, soprattutto per azione della degradazione meteorica prevalente su quella di erosione fluviale, lo stadio di senilità in cui si realizza il penepiano. La qualità e la quantità di materiale asportato variano in rapporto sia alla natura delle rocce (erosione differenziale), sia alle condizioni climatiche, all'elevazione e alla topografia che caratterizzano l'area interessata, sia ancora al tipo e alla densità della copertura vegetale. Nel caso specifico dell'erosione dovuta alle acque correnti, le modalità d'azione si possono così schematizzare: le acque dilavanti, defluendo sulle superfici inclinate a guisa di una pellicola più o meno increspata, asportano miriadi di particelle limose o argillose dal suolo vegetale, sottoponendolo a una continua “decapitazione” (erosione areale o erosione generalizzata); successivamente, non appena le acque dilavanti convergono verso docce topografiche dando vita a corsi d'acqua d'importanza crescente (rigagnoli, rii, torrenti e fiumi), il fenomeno erosivo diventa localizzato lungo gli alvei di questi ultimi. Si parla allora di erosione incanalata, nell'ambito della quale si possono distinguere una componente verticale, che si manifesta sul fondo, e una orizzontale o laterale, che interessa invece una o entrambe le sponde. Dai rapporti intercorrenti fra le predette componenti dipende la conformazione del profilo trasversale dell'alveo e, su scala maggiore, della valle di un corso d'acqua. L'uno e l'altra risultano infatti stretti e profondi quando predomina l'erosione verticale (per esempio forre e gole), mentre diventano ampi e piatti nel caso in cui sia attiva la sola componente laterale (per esempio valli a cassetta). Particolari condizioni morfologiche e geologiche (strettoie incise in roccia dura) possono poi favorire l'insorgere di un'erosione vorticosa, nella quale la componente verticale diventa localmente esasperata: si parla allora di evorsione.

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