esògeno

agg. [sec. XIX; eso- o exo-+-geno]. Che nasce, si origina, proviene dall'esterno di qualche cosa. In particolare: A) In botanica, di organo che trae origine dagli strati superficiali del corpo che lo produce e lo sostiene (come, per esempio, le foglie) o di organismo che si sviluppa all'esterno dell'apparato riproduttore (come varie specie di spore), oppure ancora, di fiore il cui lungo pistillo sopravanza di molto l'apparato di cui fa parte. B) In geologia, dei processi che, come l'erosione, la sedimentazione, l'alterazione, ecc., avvengono o si originano sulla superficie esterna della Terra. Le cause ultime di tali processi (acque correnti, ghiacciai, vento, energia radiante, moto ondoso, ecc.) prendono il nome di agenti esogeni. C) In psicopatologia, di malattie mentali non legate a fattori costituzionali, ma secondarie a cause esterne all'organismo (per esempio, intossicazioni, traumi, ecc.).

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