esofagostomiasi

sf. [da esofago+greco stóma, bocca, apertura]. Malattia parassitaria cosmopolita (più frequente nelle regioni umide) che colpisce i giovani ruminanti e i suinetti, ed è sostenuta da un nematode, l'Oesophagostomum che vive allo stato adulto nel grosso intestino. Nella esofagostomiasi bovina si osservano numerosi noduli a livello del sottocute dell'intestino tenue; i noduli, di forma e grandezza variabili, contengono le larve a diverso stadio di sviluppo. Negli ovini e caprini il parassita adulto vive libero nel lume del cieco e del colon. Le lesioni provocate dal parassita sono eguali a quelle riscontrate nel bovino. Non si conosce una cura efficace nei confronti delle larve, mentre per i vermi adulti sono usati con successo: fenotiazina, tiabendazolo, igromicina B, ecc. La profilassi deve essere attuata con la rotazione dei pascoli, con la disinfestazione delle stalle e con la somministrazione di alimenti indenni da parassiti. È stata provata la vaccinazione con larve a vari stadi di sviluppo e con estratti di parassiti ottenuti con varie metodologie ma i risultati non sono stati soddisfacenti.

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