essèni

(greco Essēnói; latino Essēni), membri di una setta religiosa ellenistico-giudaica diffusa, tra il sec. II a. C. e il I d. C., soprattutto a W del Mar Morto, dove era situato il suo centro principale, Engheddi. Gli esseni vivevano raccolti in comunità di tipo monastico, cui si accedeva a pieno titolo dopo tre anni di noviziato: la vita comunitaria era retta da regole quali la rinuncia alla proprietà privata e, per lo meno nella maggior parte dei casi, al matrimonio. Nelle comunità era ammesso il lavoro agricolo e artigianale, ma si respingeva il commercio, e l'astensione dalla vita pubblica si concretava altresì nel rifiuto di esercitare il mestiere militare o di prestare giuramento. Le dottrine degli esseni, prevalentemente segrete, recano la traccia evidente d'influenze del pensiero orientale e di connessioni con il sincretismo religioso caratteristico dell'epoca, mentre il legame con il giudaismo palestinese si manifesta nella loro rigorosa osservanza della legge ebraica e del sabato, nonché nei loro contatti con il Tempio; grandissima importanza rivestivano inoltre le pratiche purificatorie e i pasti in comune, ai quali era attribuito un carattere sacramentale. Nuove prospettive sono state aperte allo studio sugli esseni – fondato in precedenza sulle testimonianze di Giuseppe Flavio, Filone Alessandrino e Plinio il Vecchio – dalla scoperta dei manoscritti e della comunità di Qumran, che generalmente è creduta una comunità essena. All'epoca di Filone erano ca. 4000, sparsi in vari villaggi, specie lungo le rive del Mar Morto; scomparvero dalla scena storica dopo il 70 d. C.

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