estuàrio

sm. [sec. XIV; dal latino aestuaríum]. Stretta e allungata rientranza costiera, a pareti generalmente ripide, in corrispondenza della foce di un fiume sensibilmente interessata dalle maree o di una foce fluviale sommersa per trasgressione o di una foce risultante dalla combinazione delle predette possibilità. Secondo la predominanza del regime marino o di quello fluviale la fisionomia degli estuari può variare sensibilmente. Dove mancano le correnti di marea si può originare una struttura a estuario per sommersione di valli fluviali che per varie cause non vengano colmate da depositi deltizi: si parla in tal caso di falso estuario e ne sono tipici esempi i valloni dalmati. Per contro, lungo i litorali soggetti a forti escursioni di marea le insenature coincidenti con foci fluviali vengono svasate e mantenute sgombre dai depositi alluvionali dalle correnti di marea e dal moto ondoso. In quest'ultimo caso si originano gli estuari propriamente detti, nell'ambito dei quali si possono distinguere forme secondarie quali i canali di fondo e le diverse soglie. I canali di fondo sono solchi ramificati incisi dove l'azione erosiva della corrente fluviale o delle correnti di riflusso della marea risulta più intensa. Le soglie sono costituite dagli innalzamenti del fondale in conseguenza della deposizione; si hanno così barre di flusso a monte del canale principale, barre di riflusso a valle del canale, barre di foce ancora più all'esterno. La presenza di dette soglie permette di suddividere un estuario in più parti e precisamente: porto, la parte a monte della barra di flusso; estuario propriamente detto, quella tra la barra di flusso e la barra di riflusso; rada, quella verso il mare e che la barra di foce divide in interna ed esterna.

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