etruscologìa

sf. [sec. XIX; etrusco+ -logia]. Studio della civiltà e della lingua degli Etruschi. § La scoperta dell'Etruria e quindi gli inizi dell'etruscologia risalgono al Settecento; l'avvio fu dato dagli scavi di Volterra, Tarquinia e Cortona, a cui fecero seguito la formazione delle prime raccolte di antichità etrusche, la pubblicazione del De Etruria regali dello scozzese Th. Dempster (1723-24; l'opera è peraltro del 1616-25), la costituzione dell'Accademia Etrusca di Cortona (1726). Negli studi di questo primo periodo, all'erudizione si univa però spesso la fantasticheria. Nell'Ottocento si intensificarono gli scavi archeologici a Tarquinia, Cerveteri, Vulci, Chiusi, Perugia, si costituirono le grandi raccolte di Firenze e del Museo Etrusco Gregoriano di Roma, si studiò la topografia della regione a opera di numerosi archeologi e architetti, tra cui L. Canina, W. Gell e soprattutto G. Dennis, autore dell'opera The Cities and Cemeteries of Etruria (1848, con varie edizioni successive). Particolare interesse hanno i repertori di monumenti di E. Gerhard e di H. Brunn e G. Körte e gli studi di epigrafia etrusca di A. Fabretti, G. F. Gamurrini, G. Herbig, E. Lattes. Alla fine del secolo fu impostato criticamente, anche in base alle scoperte archeologiche in Toscana e in Emilia, il problema dell'origine degli Etruschi (W. Helbig, L. Pigorini, E. Brizio, F. von Duhn); un primo tentativo di sintesi dell'arte degli Etruschi si trova nell'opera di J. Martha L'art étrusque (1889). Il sec. XX è caratterizzato da una sempre più vasta estensione delle ricerche archeologiche, talora anche con l'uso di particolari metodi di prospezione. Importanti gli studi monografici di A. Grenier e P. Ducati su Bologna, di A. Minto su Populonia, Marsiliana d'Albegna e Saturnia, di R. Bianchi Bandinelli su Chiusi e Sovana, di M. Pallottino su Tarquinia. Lo studio della lingua ha trovato più ampie e sicure basi nel Corpus Inscriptionum Etruscarum (dal 1893); all'arte e alla civiltà etrusche sono dedicate le importanti sintesi di P. Ducati (Storia dell'arte etrusca, 1927), G. Q. Giglioli (L'arte etrusca, 1935), M. Pallottino (Civiltà artistica etrusco-italica, 1971), R. Bianchi Bandinelli e A. Giuliano (Etruschi e Italici prima del dominio di Roma, 1973), M. Cristofani (L'arte degli Etruschi. Produzione e consumo, 1978) e M. Torelli (L'arte degli Etruschi, 1985).

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