falsétto

sm. [sec. XVI; da falso]. Modo di emissione della voce, prodotto da vibrazioni parziali del muscolo vocale nelle cavità di risonanza superiori, che dà un suono acuto e di scarso volume e colore, tuttavia dotato di un proprio fascino grazie a una soave e trasparente artificiosità. La pratica, che consente alle voci maschili di emettere note acute al di fuori del loro registro naturale, si diffuse nei sec. XV-XVI, in seguito al divieto che proibiva alle donne di cantare nelle chiese cattoliche, e falsettisti erano i cantori specializzati, posti in ombra dalla voga dei castrati. Emissioni in falsetto erano molto comuni per i tenori nel melodramma fino ai primi decenni dell'Ottocento, per consentire purezza e dolcezza negli acuti. Tra i rari casi di uso moderno del falsetto si ricorda lo Jodler tirolese.

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