Lessico

sf. [sec. XIII; latino flamma].

1) Massa di gas nella quale è in corso un processo, di solito di combustione, che decorre con sviluppo di calore ed emissione di luce: le fiamme si levavano alte dal rogo; la fiamma di un cerino; andare in fiamme, bruciare; vivande alla fiamma, cosparse di alcol, cui si dà fuoco al momento di servire; fiamma olimpica, fuoco simbolico acceso dalla fiaccola olimpica durante la cerimonia di apertura delle moderne Olimpiadi e spento alla fine della cerimonia di chiusura; le fiamme dell'Inferno, secondo le credenze della religione cristiana, il simbolo della pena eterna a cui sono condannati i peccatori; mettere a fuoco e fiamme un paese, distruggerlo barbaramente. Fig.: far fuoco e fiamme, accalorarsi, strepitare, o anche adoperarsi in ogni modo per ottenere un risultato. In fisica, fiamma cantante. L'espressione ritorno di fiamma, oltre che per l'accezione tecnica, è usata in senso fig. per indicare una nuova e improvvisa manifestazione di sentimenti e passioni che si ritenevano estinti.

2) In varie loc. fig.: A) Colore rosso vivo: diventare di fiamma, sentirsi le fiamme al viso, arrossire violentemente. Anche con valore di agg. inv.: rosso fiamma; un tramonto fiamma. B) Passione ardente: “nell'amorose fiamme accesi” (Boccaccio). Per metonimia, la persona amata: è una sua vecchia fiamma.

3) Con riferimento alla tipica forma della fiamma, in aeronautica, caduta a fiamma, detto del paracadute (e quindi del paracadutista) che scende con la calotta attorcigliata: cioè, il paracadute, pur uscendo dal sacco contenitore, non si apre a causa di cattiva ripiegatura, difetto di confezione, ecc.

4) Al pl., mostrina di panno variamente colorata a una, due, tre punte, portata sul bavero dell'uniforme da varie armi, corpi, ecc.

5) Lunga e stretta bandiera triangolare, con i colori nazionali e lo stemma della marina da guerra, che portano in genere tutte le navi militari. L'insegna di comando, quando deve essere alzata, sostituisce la fiamma.

6) In pirotecnica, bengala di grosse dimensioni che viene inserito insieme con altri nel fondo di un fuoco fisso allo scopo di ottenere una grande luminosità per quegli artifizi usati per l'illuminazione di costruzioni a effetto (castelli, templi, ecc.).

Chimica e fisica

Pur assumendo aspetti molto diversi secondo il combustibile che la genera e le condizioni di combustione, la fiamma si presenta, in generale, come una lingua incandescente a contorno frastagliato o liscio, guizzante o anche apparentemente ferma, luminosa in varie colorazioni per effetto dell'irraggiamento termico delle sostanze in essa presenti a elevata temperatura (almeno 500 °C). I combustibili solidi o liquidi danno luogo a una fiamma solo quando sono capaci, sotto l'azione del calore di combustione, di sviluppare gas combustibili (il coke, per esempio, brucia senza produrre fiamma o quasi perché quale gas combustibile sviluppa solo un poco di ossido di carbonio nelle zone in cui esso viene a contatto con l'aria ad alta temperatura). Una fiamma, però, si origina, oltre che per un processo di combustione, anche per effetto di altre reazioni chimiche (per esempio l'idrogeno che esce da un ugello in un'atmosfera di cloro può venir acceso e produrre una fiamma). L'aspetto della fiamma di un gas combustibile, come il comune gas illuminante, è diverso secondo che questo venga, prima della combustione, mescolato o no con aria, come si può osservare con la fiamma del becco di Bunsen. Se il gas non è diluito con aria, la sua combustione avviene solo a spese dell'aria che esso incontra nella fiamma: in questo caso la combustione si verifica in pratica con un difetto di aria, per cui risulta parziale e dal gas si formano particelle incandescenti di carbonio incombusto che rendono la fiamma fortemente luminosa ; le formazioni di ossido di carbonio e di carbonio libero rendono la fiamma riducente, cioè tale da ridurre a metallo un ossido metallico. Se invece il gas è miscelato con aria, come di norma avviene nella combustione all'aria libera, nella fiamma si osservano tre distinte zone : una inferiore e più interna nella quale non si ha quasi combustione e la temperatura è più bassa; intorno e al di sopra di questa si nota un mantello molto luminoso e più calorifico nel quale la combustione è più attiva e si produce principalmente a spese dell'aria incontrata dal gas (tale zona è pertanto riducente); un secondo mantello si sviluppa intorno al primo e in questo la combustione si completa con l'intervento dell'aria circostante. Questo risulta poco luminoso sia perché i gas sono quasi completamente combusti (originando i cosiddetti fumi) sia perché la sua temperatura tende ad abbassarsi per scambio termico con l'ambiente; inoltre, poiché è ricco in ossigeno, risulta ossidante . La temperatura all'interno di una fiamma dipende dal potere calorifico del gas che brucia e inoltre da quello del gas comburente. Se quest'ultimo è l'aria, la temperatura raggiunta risulta assai inferiore che utilizzando l'ossigeno puro, perché una parte del calore va perduta a riscaldare l'azoto che nell'aria diluisce l'ossigeno. Per questa ragione la fiamma ossidrica, in cui il gas combustibile è l'idrogeno, e la fiamma ossiacetilenica, in cui il combustibile è l'acetilene, vengono alimentate con ossigeno: con la seconda le temperature raggiunte sono poi più elevate perché il potere calorifico dell'acetilene è maggiore di quello dell'idrogeno. Queste due fiamme sono caratterizzate da un dardo molto luminoso e caldo circondato da un debole mantello dove si completa la combustione. Dalla colorazione, dipendente dal combustibile usato, e dalla luminosità di una fiamma si può stabilire approssimativamente la corretta regolazione (cioè rapporto) dell'aria comburente. § Spettri di fiamma, spettri di emissione che si osservano esaminando la luce emessa da una fiamma a gas nella quale si sia introdotto un composto di un determinato elemento. Così, introducendo nella fiamma ossidante di un becco di Bunsen un filo di platino (che di per sé non impartisce alcuna colorazione alla fiamma) al quale aderisca una minima quantità di un sale di sodio, la fiamma assume un'intensa colorazione gialla; essa si colora invece in violetto con i sali di potassio, in rosso mattone con quelli di calcio, in verde smeraldo con quelli di rame, ecc. Il materiale in esame viene preventivamente umettato con acido cloridrico concentrato in modo da convertire almeno in parte i metalli in cloruri, più volatili e che quindi conferiscono una più intensa colorazione alla fiamma. Queste colorazioni della fiamma, osservate con spettroscopi e spettrofotometri, vengono largamente utilizzate nell'analisi chimica qualitativa e quantitativa.

Fisica: fiamma sensibile

"Per lo schema vedi il lemma dell'8° volume." Chiamata anche capsula manometrica, è un dispositivo realizzato da A. König per visualizzare la forma di onde sonore "Vedi schema vol. IX, pag. 423" . Schematicamente consta di un recipiente cilindrico diviso in due parti da una membrana elastica, A; nella parte a destra giunge il gas, B, che tiene accesa la fiamma, C; la parte a sinistra è in comunicazione con la sorgente sonora, D, che fa oscillare la membrana in modo che la pressione del gas, e quindi l'altezza della fiamma, a destra, vari nello stesso modo con cui varia la pressione sonora. Ha lo stesso nome un dispositivo un tempo usato come rivelatore di ultrasuoni.

Tecnica

Nella tecnica, ritorno di fiamma, fenomeno che si verifica quando la velocità di efflusso di un gas combustibile da un ugello è inferiore alla velocità con cui la fiamma si propaga in seno al combustibile. In tal caso la fiamma procede entro i condotti del combustibile in senso opposto a quello di efflusso, provocando in determinate zone combustioni indesiderate. Il fenomeno è particolarmente dannoso nei motori a scoppio, dove può provocare la combustione della benzina nel carburatore, danneggiandolo. Il fenomeno inverso, detto distacco di fiamma, si verifica quando la fiamma si propaga con velocità minore di quella di efflusso del gas combustibile; in tal caso essa si stacca dal bruciatore e si spegne.

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