fibrinolisi

sf. [sec. XIX; da fibrina+ -lisi]. Meccanismo fisiologico che concorre al mantenimento della normale fluidità del sangue all'interno dei vasi e che interviene nelle fasi tardive della emostasi sia limitando la formazione del coagulo di fibrina sia determinandone la disgregazione, allorché il coagulo ha esaurito la sua funzione emostatica (coagulazione). In condizioni normali il processo della fibrinolisi garantisce la regolare canalizzazione dei vasi sanguigni, liberandoli prontamente dai trombi che vi si possono formare in circostanze diverse. La fibrinolisi consiste nella disgregazione o, più precisamente, nella scissione della fibrina del coagulo in frammenti proteici di piccole dimensioni a opera della fibrinolisina o plasmina che è di norma assente nel sangue, comparendovi in seguito all'attivazione di un precursore plasmatico inerte (plasminogeno o profibrinolisina). I più noti attivatori del plasminogeno sono gli estratti di vari tessuti, alcuni enzimi batterici (streptochinasi, stafilochinasi), la trombina, alcuni fattori della coagulazione (V, VII, VIII, IX, XII); ai fattori VII, VIII e IX sembrano dovute la persistente fluidità del sangue mestruale e la facile evenienza di emorragie post-partum. Possono inoltre attivare la fibrinolisi l'ipoglicemia, l'anossia dei tessuti, gli stress, l'affaticamento, gli esercizi muscolari vigorosi, le emozioni violente, i traumi, gli ormoni glicocorticoidi e la corticotropina. L'attività fibrinolitica è abnormemente elevata in alcune condizioni patologiche quali lo shock, la tossiemia gravidica, le leucemie, le gravi malattie del fegato (cirrosi, atrofia giallo-acuta), i tumori maligni della prostata, gli estesi interventi chirurgici sul torace e sull'addome. D'altra parte sono presenti nel sangue alcuni fattori proteici e fosfolipidici (antifibrinolisine) capaci di bloccare il meccanismo fibrinolitico; tali fattori, però, sono inattivi sulla fibrinolisina già fissata al reticolo fibrinico del coagulo. Queste constatazioni hanno portato all'ipotesi che la fibrinolisi sia regolata da un vero e proprio sistema enzimatico, definito “sistema fibrinolitico”, in equilibrio dinamico con il meccanismo della coagulazione. La iperattività fibrinolitica, responsabile talora di gravi emorragie, può essere bloccata anche per mezzo di farmaci sintetici, quali l'acido ε-amminocaproico; così pure la fibrinolisina può essere usata nella profilassi e nella terapia delle malattie trombo-emboliche per disgregare precocemente i trombi neoformati. Una migliore conoscenza delle modalità d'azione del sistema fibrinolitico permetterà un'utilizzazione clinica dei componenti del sistema secondo modalità di equilibrio antagonistiche degli stessi, ovviando in tal modo ai limiti della terapia.

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