fréccia

Indice

Lessico

sf. (pl. -ce) [sec. XIV; dal francese antico flèche, che risale al germanico fliugika].

1) Arma bianca da getto, atta a essere lanciata da archi, balestre o cerbottane, costituita da un'asta di legno sottile e resistente munita a un estremo di un puntale, o ferro, all'altro di un'impennatura di coda, che ha lo scopo di stabilizzarne la traiettoria. Le punte possono avere svariate forme (conica, a barbette, lunata, uncinata, dentata), che hanno tutte lo scopo di ancorarsi alla carne della vittima. § In particolare, nello sport del tiro con l'arco, la freccia (in lega metallica) è lunga da 70 a 78 cm ed è munita in coda di tre penne stabilizzatrici (di animali o in plastica).

2) Fig.: A) con riferimento alla puntura e al dolore provocato dalla freccia, motto, frase pungente, allusione maligna: lanciò una freccia mordace all'avversario; la freccia del Parto, parola o azione maligna detta o fatta nel momento di allontanarsi (con allusione alla tattica dei Parti, che mentre fuggivano a cavallo, si voltavano per scagliare frecce). B) Con riferimento alla sua velocità, denominazione data talora a treni molto veloci: la freccia del Sud; correre, essere veloce come una freccia, essere velocissimo.

3) Con riferimento alla forma dell'arma o alla sua stilizzazione: A) nome di vari oggetti che la ricordano: le frecce dell'orologio, le lancette; anche la parte più sottile, terminante a punta, di molti strumenti: la freccia dell'ago magnetico. Per estensione, cuspide, guglia di un campanile, di un contrafforte e simili. B) Freccia di direzione (o semplicemente freccia), piccola barra a luce rossa, applicata un tempo al fianco degli autoveicoli, che si faceva sporgere per indicare il cambiamento di direzione; oggi è sinonimo di lampeggiatore direzionale. C) Nella pesca, sinonimo di piccolo arpione. D) In marina, asta sporgente dalla poppa di alcuni velieri, per esempio per tesarvi la scotta della vela aurica poppiera; banderuola mostravento; freccia di un alberetto, asta sistemata come prolungamento di un alberetto, come pure la porzione superiore di questo allungata più del normale; sinonimo di controranda. E) Segnale, cartello e simili in forma di freccia stilizzata, usati per indicare una direzione: seguire la freccia. F) In matematica il simbolo f:X —→ Y indica una funzione f dall'insieme X all'insiemeY, cioè una legge che associa a ogni elemento x di X un elemento di Y, indicato con f(x). G) In fisica-matematica, simbolo (→) usato per significare che una lettera indicante una grandezza fisica rappresenta un vettore; di solito è messo sopra la lettera in esame; ma può anche essere messo sotto: -; .. Secondo le norme internazionali, tuttavia, la grandezza vettoriale va indicata in carattere neretto: v. H) In analisi matematica indica il limite della funzione quando la variabile indipendente x si avvicina indefinitamente al valore b e si legge limite di f per x tendente a b. In logica matematica, la freccia è simbolo di implicazione; A —→ B si legge: A implica B.

4) Con accezioni specifiche nel linguaggio scientifico e tecnico: A) in geometria, freccia di un arco di curva, segmento della perpendicolare condotta alla corda sottesa dall'arco, avente un estremo nel punto medio della corda e l'altro estremo sull'arco stesso. B) Nelle costruzioni: a) distanza intercorrente fra il piano di imposta e l'altezza massima dell'intradosso di un arco o di una volta. Per estensione, spostamento dalla giacitura originaria di una struttura orizzontale caricata misurato nella mezzeria. b) Nelle carreggiate stradali, distanza della mezzeria dalla sua proiezione su un piano orizzontale di riferimento; tale freccia deve essere proporzionale alla larghezza della carreggiata al fine di favorire lo scolo delle acque meteoriche senza peraltro rendere disagevole la circolazione degli automezzi. C) In aeronautica, parametro che definisce, nella vista in pianta di un'ala, la posizione reciproca delle varie corde. La freccia, utilizzata in alcuni casi su aerei subsonici per assicurare, dove necessario, corrette condizioni di centraggio, è di estrema importanza su velivoli d'alta velocità, consentendo cospicue riduzioni della resistenza d'onda. La freccia viene normalmente definita mediante l'angolo di freccia, misurato tra la normale all'asse longitudinale del velivolo e il bordo d'attacco dell'ala, oppure la linea che congiunge i punti disposti al primo quarto delle varie corde alari, oppure la linea che congiunge i fuochi dei vari profili dell'ala.

Etnologia

La freccia ha origini assai remote, dato che è comparsa insieme con l'arco: esistono frecce monoxile, formate da un'asticciola appuntita a un'estremità e recante un solco (cocca) per facilitare l'incoccatura all'arco all'altra estremità. Sono usate, in genere, con arco semplice e possono avere la punta avvelenata (frecce avvelenate); queste ultime sono usate quasi esclusivamente per la caccia a grossi animali. Più diffuse sono le frecce composte, costituite da una cuspide (testa), dall'asta e dall'impennatura. Le cuspidi lavorate sono spesso munite di un codolo che ne facilita il fissaggio; esistono anche cuspidi a più punte o dentellate. L'asta è di solito di legno ma può essere realizzata con pezzi d'osso incastrati (per esempio fra gli Eschimesi); ha lunghezza compresa fra 10 e 200 cm e può essere scalfita oppure decorata in vari modi. L'impennatura viene realizzata con materiali vari, ma soprattutto con un pezzo, appositamente sagomato, di penna remigante d'uccello; colore e decorazione dell'impennatura servono a designare molto spesso il gruppo etnico al quale appartiene il cacciatore. In passato venivano usate frecce con la testa recante materiale incendiario al quale si dava fuoco al momento del lancio (frecce incendiarie o falariche) e che potevano anche essere scagliate mediante moschetti (frecce moschette) o altri ingegnosi marchingegni.

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