frequenziòmetro o frequenzìmetro

sm. [da frequenza+-metro]. Apparecchio che ha la funzione di misurare la frequenza di una tensione alternata. Il tipo più diffuso, adatto per misure di non grande precisione, è quello a lamelle, costituito da un elettromagnete e da una serie di lamelle ognuna delle quali è caratterizzata da una frequenza meccanica propria di vibrazione, nel campo delle frequenze da misurare. Applicando tensione all'apparecchio, entra in vibrazione la lamella la cui frequenza propria di vibrazione è in risonanza con la frequenza della corrente che percorre l'elettromagnete. Più precisi, delicati e adatti a gamme più ampie ed elevate di frequenze, sono i frequenziometri di tipo logometrico, in cui l'equipaggio mobile, costituito da due bobine incrociate, si muove nel campo magnetico creato da una terza bobina, fissa. Una delle bobine dell'equipaggio è collegata in serie a un induttore, l'altra al condensatore e il complesso è alimentato dalla tensione di cui si vuole misurare la frequenza. Le correnti assorbite dalle bobine mobili variano con leggi complesse al variare della frequenza applicata e con esse la coppia cui è soggetto l'equipaggio mobile, e quindi cambia la posizione che assume l'indice sulla relativa scala. Nei frequenziometri elettronici, di alta precisione e adatti per frequenze anche molto elevate, la misura viene ottenuta mediante il confronto fra la frequenza da misurare e una frequenza di riferimento emessa, entro l'apparecchio stesso, da un oscillatore, che in molti casi è un quarzo piezoelettrico.

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