Lessico

(anche gièlo), sm. [sec. XIII; dal latino gelu-us].

1) Freddo intenso che fa ghiacciare l'acqua: il gelo dell'inverno. In meteorologia, giorni con gelo, quelli in cui la temperatura scende a 0 ºC o al di sotto di questo valore. In particolare, ghiaccio, crosta di ghiaccio. Per estensione, sensazione di freddo: sentirsi il gelo addosso. Fig., sensazione violenta e improvvisa di paura, di disagio e simili: sguardo che dà un senso di gelo. Per estensione, indifferenza, insensibilità, durezza d'animo; nella loc.: farsi di gelo, assumere un atteggiamento rigido, scostante.

2) Lett., rivestimento di zucchero sopra un dolce. Anche gelatina di frutta o bevanda ghiacciata.

Geomorfologia

L'attività modellatrice del gelo, legata a ovvie condizioni climatiche, si manifesta – e si è ancor più manifestata nel Quaternario – su vaste porzioni della superficie terrestre. Attualmente le aree particolarmente interessate sono quelle situate alle alte latitudini e in alta montagna. Qui gli effetti dell'azione morfogenetica del gelo assumono particolare risalto, in quanto non vengono offuscati o sovrastati da altri, dovuti a processi concomitanti. Nelle regioni periglaciali e subglaciali il ruolo del gelo è dominante, sia per la genesi sia per l'evoluzione del paesaggio. L'importanza e la preminenza di questo ruolo sono tali che la risultante demolizione dei rilievi viene indicata con l'apposito termine di crioplanazione (contrapposto a quello di peneplanazione usato per le regioni dove predominano gli effetti delle acque correnti). In linea di massima l'attività modellatrice del gelo ha carattere superficiale, esplicandosi essenzialmente sulla porzione corticale del suolo o della roccia, al di sopra di un orizzonte perennemente o stagionalmente gelato. Ognuno dei processi attraverso i quali si attua l'azione modellatrice del gelo può ritenersi responsabile della genesi di determinate e caratteristiche forme. In ordine di comparsa, la prima è la gelifrazione, che, attraverso la frantumazione meccanica delle rocce affioranti, favorisce la formazione di una coltre detritica. Nel corpo di detta coltre si manifestano successivamente le spinte del gelo, che possono avere una componente essenzialmente verticale, orizzontale o mista e che danno luogo a lenta migrazione dei detriti interessati. In occasione dei periodici disgeli superficiali, nell'ambito delle coltri detritiche adagiate sui versanti, si realizzano poi frequentemente fenomeni di soliflussione, che consistono nel lento scivolamento dell'orizzonte superficiale, sovrassaturo d'acqua, sopra un substrato ancora gelato. Nelle regioni pianeggianti, mancando le sollecitazioni della gravità, l'alternarsi di gelo e disgelo nella coltre detritica superficiale dà origine a fenomeni di geliturbazione (crioturbazione), che consistono nella comparsa di piegamenti e intrusioni fra materiali originariamente disposti in orizzonti paralleli. Tali fenomeni implicano talora una selezione granulometrica del materiale detritico, con espulsione dei ciottoli di maggiori dimensioni, che vengono concentrati in superficie lungo direzioni preferenziali, dando origine ai cosiddetti suoli poligonali.

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