girifalco

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; francese ant. gerfalc].

1) Uccello falconiforme (Falco rusticolus) della famiglia dei Falconidi, detto anche girfalco. Lungo più di mezzo metro e con 130 cm di apertura alare, il girifalco è la specie più grande del genere Falco; è presente, con più razze (per esempio islandus, candicans), nelle zone boreali. Il piumaggio è variabile, grigio con macchie più scure sul capo, grigio-marrone con fasce bianche superiormente, in prevalenza bianco, con macchie più scure, inferiormente; talora può avere una fase di piumaggio completamente bianca. Per le sue caratteristiche di maneggevolezza e prontezza di apprendimento, il girifalco è stato uno degli uccelli più largamente impiegati nella falconeria, ma la sua cattura e il suo impiego erano privilegio esclusivo dei nobili di altissimo rango. Girifalchi singoli o in coppia erano addestrati in particolare per la caccia alla gru.

2) Piccolo pezzo di artiglieria ad avancarica usato nel sec. XVI, costituito da un grosso archibugio montato su affusto, con un calibro di ca. 2 centimetri.

Etologia

Il girifalco, uccello a distribuzione settentrionale, è specializzato nella caccia in terreni aperti, come la tundra, o poco boscosi. Pertanto le sue prede includono una grande varietà sia di uccelli sia di mammiferi e, fra i primi, numerose specie terricole. La tecnica di caccia del girifalco si basa sulla ricerca attiva, effettuata con volo alternatamente battuto e planato, veloce e spesso a quota molto bassa, seguendo il profilo del terreno e aggirando gli ostacoli per sorprendere le prede allo scoperto. Con questa tecnica il falco si rende infatti visibile solo all'ultimo momento. Adocchiata la preda, che può tentare la fuga, il falco accelera il volo inseguendola per la via più diretta e, ghermitala con gli artigli, la finisce immediatamente con un potente colpo di becco dietro il capo. Se un uccello si alza in volo, viene raggiunto, colpito, fatto precipitare e anch'esso finito a terra. Gli attacchi falliti vengono ripetuti con insistenza e solo gli animali capaci di rapidi cambi di direzione durante la fuga hanno qualche probabilità di scampo, dato che il girifalco, per la conformazione delle ali, lunghe e appuntite, e della coda, piuttosto breve, è molto veloce ma poco manovriero. Di regola silenzioso, tranne che nella stagione della cova, il girifalco non tradisce mai la sua presenza, accrescendo così il fattore sorpresa nella caccia. Le prede vengono mangiate sul luogo della cattura e, a seconda dello stato di nutrizione del falco, possono essere consumate interamente, inclusi becco, ossa e una quantità di piume, o limitatamente alle parti più carnose. Fortemente aggressivo, il girifalco accetta nel proprio territorio solo la compagna, con la quale pare conviva per tutta la vita. A seconda della disponibilità di cibo la coppia di girifalchi si mantiene a una distanza dalle altre coppie che può anche superare i trenta chilometri. Per nidificare sceglie luoghi protetti sulle scogliere o sugli alberi, in questo caso utilizzando il nido abbandonato di un altro uccello, in genere un corvide o un falconiforme, e poiché di solito i luoghi adatti alla nidificazione abbondano, può adottare siti diversi, alternandoli di anno in anno. Le uova, di solito 3 o 4, sono deposte prima della stagione del disgelo e pertanto sono continuamente covate dalla madre, che in questo periodo viene nutrita dal maschio. Questo continuerà a cacciare per tutta la famiglia, dopo la schiusa delle uova coadiuvato anche dalla femmina, fino all'involo dei giovani, che avviene verso luglio, all'età di un paio di mesi. I giovani compiranno il loro apprendistato di cacciatori nel periodo in cui la fauna è abbondante, in quanto arricchita dai molti animali giovani nati in quella stessa stagione. Essi verranno tollerati nel territorio dei genitori fino all'autunno, alla fine del quale, scacciati, dovranno sopravvivere con i propri mezzi, di solito spostandosi per l'inverno in aree più meridionali.

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