Lessico

sm. [sec. XIII; pp. di giungere].

1) Nella tecnica, elemento, di solito smontabile, che realizza l'unione tra due elementi successivi e ne mantiene la continuità funzionale; il punto di connessione stesso e l'insieme dei tre elementi, detto anche giunzione. In particolare, con questo termine si indicano gli elementi più disparati utilizzati sia per la trasmissione del moto, sia nei campi edile, ferroviario, elettrico, nell'industria del vuoto, nelle costruzioni navali, nelle misure termoelettriche.

2) In metallurgia, giunto freddo, sinonimo di giuntura.

3) In campo ferroviario si chiamano giunti gli elementi di unione tra i singoli tronconi di rotaia; regime del giunto, sistema di sicurezza per mantenere sgombra la linea in vista dell'arrivo di un treno. Con tale sistema, oggi disusato in molti Paesi, l'arrivo di un treno in una determinata stazione veniva comunicato per mezzo di un dispaccio telefonico o telegrafico dalla stazione precedente; senza tale comunicazione nessun treno poteva essere inoltrato nel tratto di linea compreso fra le due stazioni. § Similmente a quanto detto per il settore ferroviario, nelle costruzioni navali si dicono giunti molte saldature fra lamiere e parti strutturali.

4) Nelle industrie e impianti in cui si sfrutta il vuoto si usano giunti di accoppiamento tipo O rings, cioè anelli toroidali, di gomma o di plastica, o a guarnizioni piatte anche di altri materiali, che si interpongono tra le due flange di estremità imbullonabili. Poiché per depressione la guarnizione potrebbe essere risucchiata all'interno, il piano delle flange presenta profili circolari sporgenti e cave che hanno la funzione di ancorare radialmente la guarnizione.

5) In geologia, superficie fisica di separazione tra due strati; termine equivalente è superficie, o piano, di stratificazione. Le variazioni di composizione e di granulometria dei sedimenti, o della velocità di deposizione, e perfino l'interruzione del processo sedimentario in atto (vedi diastema) sono le normali cause della presenza di giunti. Se l'arresto è seguito da un processo di erosione, il giunto che ne risulta si definisce giunto di erosione. Sulle superfici di stratificazione è possibile che si formino delle strutture sedimentarie caratteristiche che, convenientemente interpretate, consentono di determinare la posizione originaria dello strato.

Meccanica: descrizione generale

In meccanica, il giunto è un organo che assicura il collegamento tra due alberi che debbono trasmettere un momento torcente, ossia che attua la trasmissione del moto; può essere meccanico, oleodinamico, elettromagnetico. Negli auto e motoveicoli, i giunti assicurano il miglior funzionamento della catena cinematica costituita dalla trasmissione; infatti, gli organi che compongono la trasmissione hanno il compito di portare l'energia del motore alle ruote, ma poiché il motore è fissato alla struttura portante del veicolo mentre le ruote devono seguire le asperità del terreno, è necessario che la trasmissione abbia elementi che ne permettano il corretto funzionamento anche in caso di variazione di posizione relativa di alcuni dei suoi componenti; tali elementi sono rappresentati, appunto, dai giunti. I tipi che vengono normalmente usati nelle trasmissioni dei veicoli sono quelli meccanici e oleodinamici. I giunti meccanci si suddividono in rigidi, elastici, articolati e di sicurezza. Questi ultimi sono giunti nei quali uno degli organi di collegamento viene dimensionato per resistere a un carico massimo prefissato: se in esercizio si produce un sovraccarico, il giunto si rompe e la trasmissione del moto viene interrotta.

Meccanica: giunti rigidi

Sono utilizzati per il collegamento rigido degli alberi e richiedono un'esatta coassialità degli alberi stessi. Possono essere ad anelli, a dischi, a manicotto, a denti. Il giunto ad anelli, costituito da due gusci semicilindrici la cui superficie interna si richiude sulle estremità dei due alberi da collegare, è ormai poco usato. Il giunto a dischi o a flange è molto diffuso soprattutto perché è possibile impiegarlo con velocità di rotazione elevate. Ciascun disco (o flangia) è calettato sull'estremità dell'albero a esso corrispondente. Tra i dischi viene interposto un anello distanziatore e il collegamento tra loro viene realizzato per mezzo di bulloni. Il giunto a manicotto si differenzia dal precedente perché la superficie di giunzione non è piana e perpendicolare all'asse degli alberi, ma longitudinale e al posto di due dischi si impiegano due manicotti semicilindrici. Il giunto a denti realizza il collegamento per mezzo di un innesto a denti. Con questo tipo di giunti, a parità di dimensioni esterne, si possono trasmettere momenti torcenti molto elevati rispetto agli altri.

Meccanica: giunti elastici

Consentono il collegamento tra alberi che abbiano movimenti angolari relativi di piccola ampiezza. Essi assolvono l'importante funzione di variare la rigidezza torsionale o flessionale della trasmissione e di eliminare in tal modo eventuali e distruttive risonanze nel campo di impiego. Possono essere a pioli rivestiti, oppure dei tipi Pomini, Dornig, Hardy, Periflex. Il giunto a pioli rivestiti deriva dal giunto rigido a dischi: i bulloni d'unione vengono rivestiti da un manicotto di gomma; è impiegato per trasmettere momenti torcenti di piccole entità. Il giunto Pomini è costituito da due flange, una delle quali ha una doppia serie di pioli sui quali vengono infilati degli anelli di cuoio, l'altra ha una serie di pioli che vanno a impegnarsi all'interno degli anelli di cuoio; è adoperato per trasmettere momenti torcenti anche di notevole entità inoltre, può fungere da parastrappi e attenuare variazioni di carico improvvise. Il giunto Dornig ha le due flange che presentano ciascuna una serie di palette che vanno a interporsi tra le palette ricavate sull'altra flangia; tra ogni paletta viene interposta una sfera di gomma. Se il giunto viene sottoposto a variazioni di carico o a vibrazioni torsionali, le sfere si deformano. Il giunto Hardy è costituito da due manicotti scanalati che vanno a impegnarsi ciascuno sull'albero corrispondente: ciascun manicotto è dotato di tre bracci che vengono imbullonati a un disco di gomma e tela, interposto tra i manicotti; usando al posto del disco un anello di acciaio annegato in gomma si aumenta la sua rigidità torsionale. Il giunto Periflex ha, invece dei bracci del precedente, un anello di gomma che può anche assumere la forma di flangia; questo tipo di giunto può anche essere dimensionato per fungere da giunto di sicurezza: infatti, se viene sollecitato in modo eccessivo, la gomma si lacera e la trasmissione del moto viene interrotta. Nei veicoli, i giunti elastici vengono adottati quando è necessario disporre di una certa elasticità torsionale nella catena cinematica della trasmissione e servono essenzialmente per assorbire brusche variazioni di coppia o ad abbassare le frequenze di vibrazione proprie della trasmissione.

Meccanica: giunti articolati

Vengono impiegati per trasmettere il moto tra alberi inclinati. Il più noto e diffuso è il giunto cardanico (o cardano), che è realizzato in forme e dimensionamenti diversi secondo le condizioni di impiego, ma sempre con lo stesso schema funzionale. È costituito da una crociera alle cui estremità opposte vengono collegate le estremità dei due alberi foggiate a forchetta. In questo giunto, se l'albero motore ruota con velocità angolare uniforme, l'albero condotto (pur compiendo lo stesso numero di giri) a ogni giro subisce accelerazioni e decelerazioni tanto più intense quanto maggiore è l'ampiezza dell'angolo esistente tra i due alberi collegati. Per eliminare tale inconveniente, il collegamento viene realizzato impiegando un doppio giunto cardanico che realizza la condizione di uguaglianza tra le velocità angolari: tale giunto viene definito anche giunto omocinetico. Per realizzare tale condizione fra due alberi sghembi non giacenti sullo stesso piano, il numero dei giunti necessari diventa quattro, cioè due coppie con uno scorrevole per coppia. Tra i giunti omocinetici che trovano impiego nei veicoli a trazione anteriore vanno ricordati i Tracta-Fenaille, i Bendix-Weiss, i Tripode o Glaenzer-Spicer e i Rzeppa. Su ciascun semiasse occorre montare due giunti omocinetici (uno lato ruota e uno lato motore) e inoltre assicurare la possibilità di allungamento al semiasse. I giunti che hanno la più estesa applicazione sono i giunti Rzeppa, così costituiti: sull'albero, per esempio, condotto, si applica una testa sferica senza calotte polari e avente sei solchi meridiani a sezione tonda. La testa sferica alloggia in una coppa a cavità sferica solidale con l'albero conduttore, nella quale sono praticati analoghi solchi. In questi solchi vengono inserite le sfere tenute in sede da un'apposita gabbia. Durante il funzionamento le sfere si dispongono nel piano bisecante gli assi degli alberi soddisfacendo, quindi, alla condizione di omocineticità.

Meccanica: giunti oleodinamici

Sono detti anche idraulici o idrodinamici e si differenziano da quelli meccanici per la mancanza di connessione meccanica tra la parte motrice e quella condotta. Per tale motivo sono utilizzati quali convertitori di coppia. Schematicamente sono costituiti da una campana solidale con l'albero motore, entro la quale si trovano due giranti a palette molto ravvicinate fra loro: una è fissata alla campana, l'altra all'albero condotto; la coppia viene fornita tramite un fluido (olio viscoso) che si muove dalla girante più veloce a quella più lenta. I giunti idraulici sono caratterizzati da progressività elevata, equilibramento costante, coppia trasmessa non regolabile, scarsa sicurezza di trascinamento che tende ad aumentare nel caso di sovraccarichi, fino a interrompere la trasmissione del moto nel caso di un sovraccarico eccessivo, mancanza di elasticità a velocità molto elevata; inoltre il riscaldamento dell'olio aumenta notevolmente e bisogna ricorrere all'impiego di un sistema di raffreddamento. I giunti idraulici vengono utilizzati essenzialmente nelle trasmissioni automatiche poiché hanno la particolarità di poter trasmettere coppia motrice anche quando uno dei due alberi è fermo. Tipi particolari di giunti idraulici sono quelli fluidometallici e a fluido magnetico: nel primo, un rotore collegato all'albero condotto è libero di girare entro una cassa toroidale fissata all'albero motore; fra rotore e cassa sono interposte minuscole sfere d'acciaio (diametro di pochi decimi di millimetro) che agiscono quale fluido viscoso trasmettendo la coppia con gradualità anche in presenza di grandi masse da accelerare o di elevate coppie resistenti. I giunti a fluido magnetico sono essenzialmente costituiti da una campana solidale con l'albero motore, sulla quale agisce un circuito elettrico che genera un forte campo magnetico: nell'interno della campana si trovano due giranti, una solidale con questa e l'altra con l'albero condotto; entrambe sono molto vicine e fra loro è interposto un olio ad alta viscosità e capacità di adesione (per esempio, olio di silicone) nel quale è dispersa polvere di ferro; quando il campo magnetico entra in funzione l'olio metalizzato aderisce alle giranti vincolandole fra loro; l'intensità della coppia fornita, che è sempre molto graduale, è determinata dall'intensità del campo stesso. § Giunti elettromagnetici sono giunti meccanici a frizione con comando elettromagnetico per l'innesto oppure delle vere e proprie frizioni elettromagnetiche.

Scienza delle costruzioni: classificazione

Nel campo delle costruzioni edili si definiscono giunti: le superfici di contatto tra due o più elementi strutturali; le soluzioni di continuità appositamente create per permettere alle strutture o ai rivestimenti i piccoli spostamenti causati dall'assestamento o da dilatazioni termiche; l'elemento specifico di giunzione di due o più elementi strutturali lineari. Rientrano in questa categoria i giunti lineari, elementi di collegamento di due o più bracci di una struttura. Per esempio nei ponteggi tubolari le aste sono collegate con manicotti serrabili alle estremità delle aste stesse; nelle strutture reticolari metalliche i nodi sono costituiti da giunti rigidi di vario tipo, in genere uguali a quelli usati nelle costruzioni meccaniche. Nelle costruzioni a struttura metallica, infine, i giunti possono essere realizzati, secondo il grado di rigidità richiesto, mediante saldatura, chiodatura, brasatura.

Scienza delle costruzioni: giunti a secco o a malta

I giunti adoperati come superfici di contatto fra vari elementi strutturali possono essere a secco o a malta. Il giunto a secco può essere finito, grezzo o incerto rispetto al grado di lavorazione delle superfici a contatto ovvero a incastro (giunto a L o a squadra, giunto a sega) quando queste presentino risalti in positivo e/o in negativo di varia forma. La coesione è ottenuta attraverso l'aderenza ad attrito degli elementi, migliorata da graffe e spine metalliche nei casi in cui allo sforzo di compressione si associno spinte laterali e scorrimenti. L'impiego più comune dei giunti a secco è nelle opere in conci di pietra. Il giunto a malta viene realizzato frapponendo uno strato di malta di calce o cementizia, di spessore variabile dal mezzo centimetro al centimetro, tra gli elementi costituenti la struttura. Tipico ne è l'impiego nella muratura di mattoni dove i giunti possono essere piani o stilati secondo che il letto di malta sia tenuto sul filo dalla muratura o leggermente arretrato. Nelle riprese di murature, per legare la parte vecchia alla nuova, vengono eseguiti giunti a becco di flauto dove le facce da saldare si incontrano a 45º. Occorre evitare di fare coincidere i giunti dei filari o corsi adiacenti o sovrapposti per non creare soluzioni di continuità nella muratura. Nelle strutture in cemento armato il giunto è realizzato dove il lavoro di costruzione viene interrotto, tra un getto e l'altro; la superficie scabrosa e la sporgenza dei ferri di armatura sono sufficienti a garantire la continuità strutturale.

Scienza delle costruzioni: giunti di dilatazione e di contrazione

La possibilità di assestamenti della struttura sul terreno o le dilatazioni implicano la creazione di giunto di dilatazione (o giunto di contrazione) che vengono studiati per permettere i movimenti causati da variazioni cicliche di temperatura e grado igronometrico ; nelle opere in cemento armato il giunto di dilatazione realizza una discontinuità sia nel calcestruzzo che nell'armatura, in modo che le tensioni interne che si producono nella struttura siano mantenute nei limiti di resistenza dei materiali, evitando la formazione di lesioni. Essi vengono realizzati mediante sdoppiamento della struttura ogni 30-50 m e sono riempiti con materiali elastici a base di catrame e gomma per prevenire possibili infiltrazioni di acqua. Nei casi di grandi masse monolitiche o di superfici estese di calcestruzzo come, rispettivamente, nelle dighe o nelle pavimentazioni di strade e nelle piste aeroportuali, si prevedono i giunti per consentire i movimenti dovuti al ritiro dei materiali durante la presa.

Impiantistica: giunti per impianti idraulici

Nelle condutture idrauliche per tubi tipo eternit i giunti possono essere rigidi, a manicotto di eternit con guarnizione in corda catramata e cemento colato e, per pressioni più elevate, a manicotto in ghisa con piombo colato; oppure flessibili con guarnizioni in gomma. Se i tubi sono metallici si uniscono di testa con giunti a flangia avvitata o saldata sui tubi con interposizione di guarnizione di tenuta; se i tubi terminano con un bordo sporgente il giunto è ad anelli scorrevoli che possono essere imbullonati l'uno all'altro assialmente oppure avvitati uno sull'altro filettato (giunto a bocchettone). Per le condotte interrate si usano i giunti a bicchiere: uno dei due tubi reca all'estremità un rigonfiamento a forma di bicchiere, in esso si inserisce l'altro tubo e si cola, nello spazio rimasto, un materiale di riempimento che può essere, secondo il fluido trasportato e la sua pressione, catrame, vari cementi, piombo, leghe ecc. Per tubi di acciaio saldabile si usano i giunti saldati con sovrapposizione o meno dei bordi. Si hanno anche giunti speciali a T, con riduttore, con valvole di sicurezza e spurgo, a gomito, ecc. Nelle condotte forzate si impiegano i giunti di dilatazione che vengono messi di norma a valle di ciascun ancoraggio al suolo. Un particolare tipo di giunto usato per le condutture idrauliche e per le tubazioni per gas è il giunto dielettrico: si tratta di un inserto di tubazione di materiale dielettrico avente la funzione di isolare elettricamente tratti di tubazione di lunghezza stabilita affinché le correnti elettriche scaricate a terra da impianti industriali o domestici tramite la presa di terra non si raccolgano su questi conduttori e nel caso di vicinanza di altri conduttori non si verifichino fenomeni di corrosione elettrica (elettrolisi, arco voltaico) con pericoli di forature nelle condutture stesse.

Impiantistica: giunti per impianti elettrici

Nel campo degli impianti elettrici i giunti servono per l'accoppiamento di cavi e di conduttori elettrici: l'unione si può fare per saldatura (giunti saldati); oppure i due cavi vengono serrati in una profonda feritoia praticata in un bullone (giunto a bullone); oppure sono sovrapposti e legati con fasciatura mediante un terzo filo (giunto Britannia); oppure sono accostati assialmente e poi attorcigliati, o serrati in un manicotto cilindrico, ritorto o a tacche, ecc. (giunti meccanici). Questi ultimi giunti hanno impiego generale sui cavi sia elettrici sia telefonici e telegrafici sia di ancoraggio a terra di pali e di serraggio per funi ecc. § Nelle termocoppie per misure e rilevazioni termoelettriche, le saldature tra i due fili si chiamano giunti caldo e giunti freddo rispettivamente quello nell'ambiente la cui temperatura si vuole misurare e quello nell'ambiente la cui temperatura nota rappresenta il riferimento.

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