glossemàtica

sf. [sec. XX; da glossema]. Una delle correnti principali della linguistica strutturale, il cui riconosciuto fondatore e caposcuola fu L. Hjelmslev. Questa teoria linguistica, che si propone di offrire un sistema astratto che possa servire di modello per la descrizione di qualsiasi lingua e persino di quelle ipotizzabili, fu presentata dapprima al Humanistik Samfund di Århus nel dicembre 1935 e poco dopo al Congresso internazionale di linguistica tenutosi a Copenaghen nel 1936. Per Hjelmslev, come per F. de Saussure, la lingua è una forma non una sostanza, quindi compito del linguista è quello di studiare solo la forma, non la sostanza che di per sé non è linguistica. Caratteristica della glossematica è la distinzione, nell'ambito della lingua, di due piani, quello dell'espressione e quello del contenuto, e il segno linguistico è appunto un rapporto tra la forma dell'espressione e la forma del contenuto. Una lingua è un sistema di segni, con le loro “catene” di elementi di contenuto e di elementi di espressione, scomponibili in entità minori, dette “figure”, che in numero limitato possono concorrere alla formazione di un numero illimitato di segni. Compito fondamentale della glossematica è appunto quello di analizzare il contenuto dei segni in figure del contenuto, cioè negli elementi invarianti minimi che combinandosi tra loro possono costituire moltissimi significati di segni.

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