gocciolatóio

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sm. [sec. XV; da gocciolare].

1) Nell'architettura classica, fascia aggettante della cornice che impedisce lo sgocciolamento dell'acqua piovana lungo le pareti. Il problema costruttivo dell'aggetto, più o meno pronunciato rispetto all'architrave secondo l'ordine architettonico usato, fu risolto, anche a scopo decorativo, mediante i mutuli nell'ordine dorico, i dentelli nell'ordine ionico, le mensole negli ordini corinzio e composito romano. Nei templi arcaici di Magna Grecia e Sicilia i gocciolatoi sono spesso tubi fittili decorati da piattelli dipinti a foglie.

2) In edilizia, elemento atto a interrompere il flusso dell'acqua che, raccogliendosi su una superficie orizzontale (soglie di balconi, davanzali di finestre), proseguirebbe altrimenti lungo la facciata dell'edificio danneggiandola. Consiste in una scanalatura corrente lungo la faccia inferiore delle superfici sopra indicate tale da arrestare e trasformare in gocce il flusso dell'acqua.

3) Qualsiasi arnese di materiale vario, usato per far sgocciolare un liquido da qualcosa.

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