grottésca

sf. [sec. XVI; da grotta]. Tipo di decorazione parietale a stucco o ad affresco derivato da quella della Domus Aurea di Nerone, i cui resti, sepolti sotto le rovine delle terme di Traiano e di Tito, furono chiamati “grotte”. Caratterizzata da forme vegetali, animali fantastici, figure umane, arabeschi, motivi geometrici disposti, con un ordine dominante armonioso e simmetrico, in ariose e bizzarre composizioni sullo sfondo di fantasiose architetture, la decorazione a grottesca comparve nel Quattrocento ed ebbe la sua massima diffusione nel Cinquecento. Il più celebre esempio è costituito dalle grottesche dipinte da Raffaello e dai suoi collaboratori, primo fra tutti Giovanni da Udine, nelle Logge Vaticane (ciò ha valso a questo tipo di decorazione anche il nome di raffaellesche) . Dalla pittura e dalla scultura il repertorio delle grottesche passò anche alla ceramica, agli arazzi, alla mobilia, alla decorazione dei metalli, ecc.

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