haskalah

s. ebraico (propr. intellettualismo) usato in italiano come sf. Movimento intellettuale ebraico di tipo illuministico, sorto in Germania nel 1770, per inserire gli Ebrei nel contesto della cultura europea. Ne è considerato iniziatore M. Mendelssohn, traduttore della Bibbia in tedesco. La haskalah, che rapidamente si diffuse in Austria, in Russia e altrove, promosse fra gli Ebrei un vivo interesse per le lingue e le culture europee, ma in molti casi ne provocò l'assimilazione all'ambiente circostante. Rompendo con i valori tradizionali della cultura rabbinica, la haskalah influenzò il movimento di riforma, sorto in alcuni centri ebraici agli inizi del sec. XIX. Fu alla base di un rinnovato interesse per la lingua ebraica, in molti Paesi sostituita dallo yiddish, che trovò espressione nella pubblicazione della prima rivista letteraria in ebraico (Ha-Meassèph, 1788; Il raccoglitore). Alla haskalah si ricollega infine il movimento della Wissenschaft des Judentums, fondato nel 1819 e rappresentato da H. Graetz, A. Geiger, L. Zunz, M. Steinschneider e, in Italia, S. D. Luzzatto.

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