hovering

s. inglese (propr. librazione) usato in italiano come sm. Condizione di volo di un'aerodina a decollo verticale, sia essa elicottero, velivolo o convertiplano. Nel volo in hovering l'elicottero richiede una potenza notevolmente elevata, dato che la ridotta portata d'aria che il rotore elabora in tale condizione fa sì che il medesimo rotore debba imprimere a detta portata una considerevole variazione di velocità, allo scopo di fornire la trazione necessaria alla sostentazione, secondo quanto stabilisce il teorema della quantità di moto. Dato il cospicuo valore della citata variazione di velocità, la potenza indotta (che è proporzionale al cubo della medesima) risulta molto elevata, e il notevole impegno di potenza motrice che ne consegue fa sì che l'elicottero possa raggiungere in hovering solo quote decisamente inferiori a quelle cui può viceversa salire in volo traslato. Ragionamenti analoghi valgono per i velivoli a decollo verticale, nei quali si parla di gettosostentamento. Nelle realizzazioni attualmente operative (velivoli militari quali Harrier e AV 8B) la spinta necessaria per mantenere la condizione di hovering viene fornita dal motore principale che, accentuando quanto avviene per l'elicottero, accelera notevolmente piccole quantità d'aria. Il dispendio di energia che ne consegue è talmente elevato che la condizione di hovering viene mantenuta solo per le fasi di decollo e atterraggio, e comunque sempre a prezzo di gravi penalizzazioni del carico pagante e dell'autonomia.

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