Descrizione generale

sf. [sec. XIX; dal francese hybridation]. Incrocio tra individui appartenenti a due popolazioni distinte e diversificate nella loro struttura genetica tanto da costituire o una varietà o addirittura una specie diversa. L'ibridazione è dunque un esincrocio, cioè un processo per cui si introducono nel pool genico di una popolazione geni appartenenti a una popolazione diversa. Può avvenire tra varietà (ibridazione intervarietale) o tra specie diverse (ibridazione interspecifica). La differenza sostanziale tra un ibrido intervarietale (per esempio gli ibridi umani) e uno interspecifico (per esempio mulo e bardotto) consiste nel fatto che il primo è sempre fecondo mentre il secondo, il più delle volte, non ha la capacità di riprodursi in uno o in entrambi i sessi. La sterilità degli ibridi è dovuta all'impossibilità dei corredi cromosomici diversi ereditati dai due genitori di appaiarsi e di dar così luogo a una meiosi regolare, presupposto essenziale per la formazione delle cellule germinali. Non esiste un criterio morfologico o fisiologico univoco per stabilire se un individuo sia o non sia un ibrido: viene definito tale in base alla costituzione genetica dei genitori. Nel caso in cui gli ibridi non siano del tutto sterili o siano parzialmente fecondi ciò è dovuto al fatto che i genitori non appartengono a popolazioni che si possono considerare già specie diverse ma, piuttosto, appartenenti a popolazioni che stanno evolvendo in tal senso. Secondo che avvenga naturalmente o a opera dell'uomo, si distingue un'ibridazione naturale da un'ibridazione artificiale.

Ibridazione naturale

L'ibridazione naturale deve aver giocato un ruolo determinante nell'evoluzione di tutte le forme viventi; attualmente riveste una importanza maggiore per il mondo vegetale che non per quello animale. Un esempio di ibridazione naturale è quella che si verifica tra le varie popolazioni umane. Ben maggiore importanza pratica ha l'ibridazione artificiale per i successi economici che ha permesso di raggiungere con la creazione di nuove varietà di maiali, di bovini, e di altri animali, consentendo in tal modo maggiori rese di carne e di latte, e nuove varietà di frumento, di mais, ecc., capaci di maggiore produttività per unità di superficie di terreno coltivato. L'ibridazione artificiale ha quindi assunto un ruolo essenziale nella moderna zootecnia e in campo agricolo. In particolare nell'ibridazione artificiale vegetale a volte è persino possibile superare l'ostacolo dell'eventuale sterilità dell'ibrido grazie alla riproduzione vegetativa.

Ibridazione artificiale

Sino ai tempi di Mendel l'ibridazione artificiale veniva attuata con scarso successo, per il fatto che non erano del tutto noti i fondamenti teorici delle leggi dell'ereditarietà. In seguito ci si è resi conto della necessità di scegliere accuratamente i genotipi dei genitori da incrociare e di stabilizzare i caratteri principali dell'ibrido affinché questi passino alle generazioni successive. L'ibridazione può essere reciproca, se si effettua tra due specie che possono indifferentemente fungere da maschio o da femmina, e non reciproca, quando solo una delle due può fungere da maschio. Molto spesso gli ibridi sono più vigorosi dei genitori, fenomeno questo detto lussureggiamento degli ibridi (eterosi). Fra gli ibridi più comuni si ricordano i muli, incrocio tra asino e cavalla, i bardotti, incrocio tra cavallo e asina. Altrettanto bene si ibridano bovini e zebù; i cattali sono ibridi ottenuti dall'unione tra vacca e bisonte. Molto diffusa è l'ibridazione fra cinghiale e suini; nel campo avicolo l'ibrido più noto è il coquart tra fagiano e gallina. In natura, l'ibridazione fra specie diverse è quasi sempre impedita dai meccanismi di isolamento riproduttivo. § Gli effetti dell'ibridazione fra specie diverse possono manifestarsi anche nel comportamento, che negli ibridi può assumere componenti intermedie fra quelle delle due specie.

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