ifenato

agg. [dall'inglese hyphen, lett. "trattino"]. In chimica analitica, tecniche ifenate, insieme di tecniche basate sull'accoppiamento in serie di due o più strumentazioni, delle quali la prima è atta a separare i vari componenti presenti nel campione da analizzare, e le successive sono in grado di identificarli e di determinarne la concentrazione. La denominazione hyphenated techniques è stata proposta da T. Hirschfeld nel 1980. Essa nasce dal fatto che le diverse tecniche sono spesso indicate con le relative sigle separate dal trattino: così, per esempio, l'accoppiamento della cromatografia liquida con la spettrometria di massa viene indicato con l'acronimo LC-MS (Liquid Chromatography-Mass Spectrometry). La locuzione si è ormai affermata anche nella sua traduzione italiana, sebbene si parli, forse più propriamente, di tecniche accoppiate o combinate. Le combinazioni più diffuse sono quelle tra la gascromatografia o la cromatografia liquida con una o più tecniche spettroscopiche o spettrometriche. In particolare, CG-MS (gascromatografia-spettrometria di massa, anche nota come gas-massa), la già citata LC-MS, CG-FTIR e LC-FTIR (dove FTIR sta per Fourier Transform Infrared Spectroscopy), GC-AED (Atomic Emission Detection, rivelazione a emissione atomica), LC-NMR (Nuclear Magnetic Resonance, risonanza magnetica nucleare), LC-UV (UltraViolet Spectroscopy), LC-FLU (FLUorescence Spectroscopy), LC-MS-MS (nella quale due spettrometri di massa sono posti in serie, a valle del cromatografo), GC-FTIR-MS, LC-MS-NMR, ecc. In tutte queste metodiche, la seconda e, ove presente, la terza strumentazione vengono impiegate per investigare la natura di ciascun picco cromatografico, cioè di ogni singolo composto che è stato separato nello stadio cromatografico. L'aspetto più innovativo delle metodiche ifenate sta nel fatto che le due strumentazioni sono direttamente interfacciate (on line), in modo che l'intero processo analitico si svolge in modo continuo. Le potenzialità di queste metodiche sono perciò assai considerevoli: data una miscela, anche molto complessa, una tecnica ifenata fornisce la separazione dei componenti, e poi caratterizza i singoli composti con i più sofisticati metodi disponibili (lo spettro vibrazionale nella FTIR, il peso molecolare e le modalità di frammentazione nella MS, la composizione elementare nell'AED, ecc.). Negli strumenti moderni, il processo di identificazione è in buona parte automatizzato, e si svolge per confronto con gli spettri delle sostanze pure immagazzinati in apposite banche dati. Tra le tecniche ifenate non cromatografiche, la più diffusa è la MS-MS, basata sull'accoppiamento di due spettrometri di massa (anche indicata come spettrometria di massa tandem). In questa tecnica, il primo spettrometro di massa serve a produrre e a separare gli ioni positivi di ciascuna specie presente nel campione, senza però frammentare le molecole. A questo scopo, si usa una sorgente ionica di bassa energia. Successivamente, tali ioni introdotti nel secondo spettrometro di massa, vengono frammentati e identificati. In pratica il primo spettrometro svolge un ruolo di tipo separativo (quello svolto dallo stadio cromatografico nelle altre tecniche). A partire dall'inizio degli anni Ottanta, le tecniche ifenate hanno conosciuto una vera e propria esplosione, che le ha portate a diventare tecniche di analisi di elezione in molteplici settori scientifici e industriali (ambientale, farmaceutico, alimentare, petrolifero, ecc.). Per la tecnica ICP-MS, vedi plasma.

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