imperfètto

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agg. [sec. XIV; dal latino imperfectus].

1) Che non può avere perfezione: le creature umane sono imperfette; manchevole di qualche cosa; che ha qualche difetto: una pronuncia imperfetta. Lett., incompiuto, interrotto.

2) In grammatica, tempo imperfetto (o imperfetto, sm.), tempo del sistema verbale che all'indicativo esprime generalmente un'azione che dura e continua nel passato, cioè non esaurita, ma in via di svolgimento; viene usato spesso in correlazione con un altro tempo passato: imperfetto di consuetudine, quando esprime un'azione abitudinaria e ripetuta; imperfetto descrittivo, quello usato molto spesso nelle descrizioni e narrazioni in luogo del passato remoto; l'imperfetto di conato in latino esprime un'azione passata tentata, ma non compiuta. Per quanto riguarda l'origine, l'imperfetto indicativo italiano deriva direttamente dal corrispondente tempo latino (amabat>amava), mentre l'imperfetto congiuntivo italiano deriva dal piuccheperfetto congiuntivo, che già nel latino volgare aveva sostituito le antiche forme di imperfetto (ama[vi]sset>amasse).

3) In economia si definisce imperfetta la concorrenza e imperfetto quel mercato finanziario in cui l'estrema mobilità dei prodotti e dei fattori produttivi non consente agli operatori economici di averne un'idea precisa. Relativamente ai mercati finanziari, si parla di mercati perfetti, allorché viene esclusa la possibilità di arbitraggio e si assegnano valori alle attività finanziarie, che rispecchiano i cosiddetti fondamentali del mercato. Quando tali condizioni non si realizzano, si parla di mercati finanziari imperfetti. In essi, per esempio, bolle speculative possono influenzare l'andamento dei prezzi. A livello di impresa, quando i mercati finanziari sono imperfetti, la struttura finanziaria influisce sull'attività d'investimento.

4) In botanica, si dicono Funghi imperfetti i Deuteromiceti.