incrostazióne

Indice

Lessico

sf. [sec. XVII; da incrostare].

1) L'incrostare e l'incrostarsi, il lasciar sedimenti: “bianchissime incrostazioni saline dei laghi” (Cattaneo); nelle grotte le incrostazioni calcaree sono frequenti. In particolare: A) in geologia e petrografia, il fenomeno di incrostazione è frequente soprattutto negli ambienti carsici ipogei, dove dà origine a depositi di alabastro e di travertino. Quando l'incrostazione avviene su organismi viventi si ha un processo di fossilizzazione che, in genere, permette di conservare soltanto la morfologia esterna dell'organismo incrostato. La deposizione del materiale incrostante (in genere calcareo o siliceo) è dovuta alla sovrassaturazione delle acque o a un brusco cambiamento di pressione o di temperatura che modifica la solubilità dei composti disciolti nelle acque stesse. B) Nel linguaggio tecnico, deposito solido, generalmente a struttura cristallina, che riveste la superficie interna di una caldaia, di un cilindro, di un ugello, ecc. Dovute all'effetto del calore, che provoca la precipitazione e la concentrazione dei sali e delle impurità presenti nel fluido circolante, le incrostazioni sono molto dannose per il buon funzionamento delle macchine, in quanto portano a fenomeni di corrosione, di blocco dei condotti, di aumento locale della temperatura di esercizio; per evitarle occorre che i fluidi rispondano ai requisiti richiesti dall'esercizio e, se è il caso, siano addizionati con disincrostanti.

2) Rivestimento ornamentale usato per decorare oggetti di vario tipo, mobili, interni di edifici o alcune parti di questi. In particolare, nel linguaggio della moda, motivo ornamentale formato da pizzi o merletti inseriti in tessuti diversi.

Arte

Nel campo della lavorazione dei metalli l'incrostazione interessa soprattutto le armi cerimoniali prodotte dalle oreficerie dell'antichità, da quella micenea a quella sarmata; degne di nota anche le raffinate incrostazioni di bronzi islamici dei sec. XII-XIV. Incrostazioni di marmi colorati, pietre dure, madreperla furono largamente usate nell'ebanisteria dei sec. XVII-XVIII, con risultati di grande effetto. L'incrostazione nel senso di rivestimento parietale a lastre marmoree policrome (crustae), impiegata nella decorazione interna di edifici o di parti di essi e detta anche tarsia, fu in uso in Grecia dal sec. IV a. C. e a Roma (opus sectile) soprattutto in epoca tarda; eccezionali le incrostazioni, risalenti al sec. IV d. C., della basilica di Giunio Basso (Roma, Museo dei Conservatori) e di una sala cristiana di Ostia. L'incrostazione fu usata frequentemente anche nell'architettura islamica, per esempio nel miḥrāb delle moschee. Nell'arte ceramica, l'incrostazione è una tecnica decorativa consistente nel riempire con argille colorate le incisioni effettuate sul corpo di un recipiente. Già nota nei tempi più antichi e praticata soprattutto dai popoli orientali, l'ornamentazione a incrostazione venne ripresa in epoca rinascimentale dai ceramisti di Saint-Porchaire.

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