indifferènza

Indice

Lessico

Sf. [sec. XIV; latino indifferentía]. L'essere indifferente, noncuranza, freddezza per qualcuno o qualche cosa: è riprovevole la sua indifferenza di fronte ai grandi problemi sociali. § In filosofia, in generale, il principio per cui tra eventi possibili nulla costringe l'accadere dell'uno piuttosto che dell'altro; in particolare, il termine è stato inteso dai teorici della probabilità come il limite negativo del loro discorso. Heideggerdentifica invece l'indifferenza con il modo d'essere proprio della quotidianità. § In psicofisica, punto di indifferenza, il valore di uno stimolo che viene valutato oggettivamente, mentre valori superiori o inferiori vengono rispettivamente sopra- e sottovalutati. In realtà non si ha mai un valore unico, ma una serie di valori prossimi, tanto che alcuni autori preferiscono parlare di zona di indifferenza.

Economia

Le curve d'indifferenzarappresentano una tecnica di analisi della domanda, ossia del comportamento del consumatore; inventate da F. Y. Edgeworth e perfezionate da V. Pareto e da I. Fisher, furono riprese da A. L. Bowley e sviluppate successivamente da R. G. D. Allen, J. R. Hicks ed E. Slutsky. Esse rappresentano l'insieme dei punti del piano, corrispondenti a due beni, il cui consumo è per l'individuo indifferente. In tal modo, attraverso questo strumento analitico, veniva risolto il difficile problema della misurazione dell'utilità. Si chiariva che la funzione di utilità poteva essere utilizzata solo per ordinare diversi panieri di beni, secondo le preferenze dei consumatori; non si pretende più di attribuire a essa anche un significato cardinale. La tecnica delle curve d'indifferenza è basata sull'ipotesi che ogni individuo sia in grado di classificare le sue preferenze nonché d'individuare la propria indifferenza verso una serie di combinazioni di due dati beni. In altre parole, si fa l'ipotesi che due beni x e y siano, entro certi limiti, sostituibili (cioè che la diminuzione della quantità di uno possa essere compensata dall'aumento della quantità dell'altro) senza che diminuisca o aumenti la soddisfazione complessiva che l'individuo trae dal godimento congiunto di essi. In termini grafici, se si riportano su due assi cartesiani le quantità dei due beni A e B, s'individua una curva in cui tutti i punti rappresentano le varie combinazioni dei due beni che hanno la stessa utilità (e perciò sono indifferenti per l'individuo), cioè che forniscono la stessa soddisfazione totale. Analogamente si possono costruire sullo stesso piano altre curve d'indifferenza, ciascuna delle quali indica una serie di combinazioni dei due beni indifferenti fra loro, ma che forniscono un'utilità complessiva superiore a quella delle combinazioni dei beni rappresentate dalla curva che giace alla sua sinistra. Una caratteristica fondamentale delle curve d'indifferenza è la convessità verso l'origine degli assi: a mano a mano infatti che la quantità del bene A posseduto dall'individuo diminuisce occorre una sempre maggiore quantità del bene B per compensare la diminuzione del bene A.

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