indipendènza americana, guèrra d'-

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rivolta delle 13 colonie inglesi dell'America Settentrionale contro la madrepatria (1775-83), nota anche come Rivoluzione americana. Originata dall'antagonismo verso la politica del governo inglese, che considerava le colonie un emporio da taglieggiare, essa terminò con il Trattato di Parigi (10 settembre 1783) con il quale si riconosceva la trasformazione delle colonie in Stati liberi e indipendenti. Nel 1763 (Pace di Parigi), l'Inghilterra, sconfitti Francesi e Indiani, si trovò a disporre di un vasto impero che si estendeva dal Canada alla Florida, la cui conquista aveva pesato notevolmente sulle casse statali e il cui mantenimento sarebbe stato ancor più gravoso. Si credette giusto che i coloni vi contribuissero. La vita economica delle colonie era regolata da una serie di leggi: le leggi sulla navigazione, che limitavano a navi inglesi il trasporto di merci da e per le colonie; le leggi commerciali, che regolavano le importazioni e le esportazioni delle colonie, enumerando le merci da esportare in Inghilterra; le leggi che ponevano restrizioni alle industrie locali, ecc. Esse erano state tuttavia regolarmente eluse dai contrabbandieri, sempre trattati con indulgenza dai funzionari britannici. L'imposizione della legge sullo zucchero (Sugar Act, 1764), che mirava a colpire il fiorente commercio illegale con le Indie Occidentali e, nel contempo, a produrre un introito nuovo, e la legge sul bollo (Stamp Actemph>, 1765) scatenarono il generale risentimento contro il governo inglese. Nel 1765 si tenne a New York il Convegno sulla legge sul bollo; in esso si affermò l'illegalità della “tassazione senza rappresentanza”, contraria a un principio costituzionale britannico. I nuovi gravami fiscali erano stati imposti dal Parlamento inglese, organo nel quale i coloni non erano rappresentati. Cominciò allora un generale boicottaggio delle merci inglesi e i commercianti britannici chiesero la revoca della legge. Le leggi di Townshend (dal nome del cancelliere dello Scacchieredel 1767 aggirarono l'ostacolo delle argomentazioni giuridiche americane applicando dazi su varie importazioni coloniali e riorganizzarono il sistema tributario in modo da rendere più difficili le evasioni fiscali. La controversia divampò nuovamente e, nel 1770, tutti i dazi furono aboliti. La legge sul tè del 1773, mirante a dare alla Compagnia delle Indie Orientali una posizione privilegiata sul mercato americano, mutò in rivolta la tensione già esistente: i coloni scaricarono in mare le navi della Compagnia (The Boston Tea Party). Ne derivarono le “intollerabili leggi” del marzo-aprile 1774, che diedero praticamente inizio alla rivoluzione. Nel settembre 1774 si tenne a Filadelfia il primo Congresso Continentale, per studiare una comune politica di resistenza; il 10 maggio 1775 si riuniva il secondo, che affidava la direzione delle operazioni militari a Washington e spiegava al mondo perché gli Americani avevano preso le armi. Le due battaglie di Lexington e Concord erano già state combattute (aprile 1775). I coloni avevano cominciato a combattere per difendere i loro diritti e le libertà tradizionali di cittadini inglesi. Con il progredire del conflitto si resero conto che tali diritti non potevano essere ottenuti mantenendo il legame con l'Inghilterra. Nel 1776 il secondo Congresso proclamava la Dichiarazione di Indipendenza. La guerra durò più di sei anni; gli Inglesi cercarono dapprima di isolare e sottomettere il New England (1776-77); poi mirarono al Sud (1778-81). Dopo la costosa vittoria di Bunker Hill (giugno 1775), il 17 marzo 1776 essi abbandonavano Boston ai patrioti. Nell'agosto 1776 gli Inglesi occupavano però New York e il 25 settembre 1777 Filadelfia, ma il 17 ottobre dello stesso anno gli Americani, a Saratoga, costringevano l'esercito del generale Burgoyne a capitolare. In conseguenza di questa vittoria la Francia concludeva un'alleanza con gli Stati Uniti (6 febbraio 1778) e, come sua alleata, portava nel conflitto anche la Spagna (aprile 1779). Anche nel Sud la guerra fu dapprima favorevole agli Inglesi, che conquistarono la Georgia (1778-79) e poi la Carolina del Sud (1780), ma il 19 ottobre 1781, a Yorktown, i Franco-Americani costrinsero il generale inglese Cornwallis alla resa. La guerra era praticamente finita. Si aprirono a Parigi le trattative che portarono alla pace del 3 settembre 1783.

Dichiarazione di Indipendenza

Atto o documento con il quale le 13 colonie dell'America Settentrionale annunciavano la loro separazione dall'Inghilterra e si proclamavano Stati liberi indipendenti (2 luglio 1776). Il testo, redatto quasi interamente da Th. Jefferson, fu approvato dal secondo Congresso Continentale, riunito a Filadelfia nella Pennsylvania State House, ora Independence Hall, il 4 luglio. Una copia ufficiale in pergamena fu pronta per la firma il 2 agosto. La Dichiarazione fu adottata dopo che le due battaglie di Lexington e Concord erano già state combattute (aprile 1775) e a seguito di una risoluzione presentata al Congresso da Richard H. Lee, della Virginia (7 giugno), in cui si affermava che “queste colonie unite sono e di diritto debbono essere Stati liberi e indipendenti”. Essa è rivolta prevalentemente contro il re. Dopo un preambolo in cui si proclamano i diritti dell'uomo e si afferma che l'accettazione e il consenso sono le sole valide basi dell'autorità nella comunità, si elencano le illegalità e i soprusi perpetrati da Giorgio III ai danni delle colonie.

Bibliografia

Per la guerra d'indipendenza americana

E. P. Douglass, Ribelli democratici nella Rivoluzione Americana, Milano, 1962; J. P. Greene, Reinterpretation of the American Revolution, New York, 1969; C. Botta, History of the War of Independence of the United States of America, 2 voll., New York, 1970; O. e L. Handlin, Gli americani nell'età della rivoluzione, Bologna, 1984.

Per la Dichiarazione di Indipendenza

J. H. Hazelton, The Declaration of Independence: Its History, New York, 1906; J. P. Boyd, Declaration of Independence, Princeton, 1945; D. Malone, Story of the Declaration of Independence, New York, 1954; F. R. Donovan, Mr. Jefferson's Declaration: the Story Behind the Declaration of Independence, New York, 1968.

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