innatismo

sm. [sec. XX; da innato]. Dottrina filosofica che pone l'esistenza di principi, conoscitivi e pratici, che precedono l'esperienza e che comunque non vengono acquisiti attraverso di essa. Platone concepisce l'innatismo come anamnesi (reminiscenza). Più vicina alla formulazione moderna è la teoria stoica dell'anticipazione, intesa come nozione naturale dell'universale. Il platonismo rinascimentale ereditò questo concetto, ripreso poi dai neoplatonici di Cambridge, difeso da Cartesio e riproposto da Leibniz (Nuovi saggi sull'intelletto umano). Secondo Leibniz esistono concetti, categorie, principi, idee (essere, uno, sostanza, identico, causa, ragionamento, percezione) che l'intelletto non può ricevere dall'esperienza. Nell'impostazione leibniziana del problema dell'innatismo vengono anticipati alcuni temi del criticismo kantiano il quale tuttavia, dato il carattere puramente formale delle categorie, non può essere considerato come dottrina innatistica. Nella filosofia contemporanea il concetto d'innatismo è scomparso.

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