inoculazióne

sf. [sec. XVI; dal latino tardo inoculatío-ōnis]. Atto ed effetto dell'inoculare. In particolare: A) in medicina, introduzione nell'organismo, mediante iniezione, incisione o scarificazione, di un vaccino o di un farmaco, a scopo preventivo o terapeutico, ovvero di una sostanza infettante per provocare artificialmente una malattia, a finalità sperimentali. B) In fonderia, processo consistente nell'aggiungere piccole quantità di sostanze, in grani o in polvere, al metallo liquido poco prima della colata. Tali sostanze, dette inoculanti, modificano la struttura del metallo e i cambiamenti fisici e meccanici che promuovono non sono spiegabili con la variazione, generalmente trascurabile, della composizione chimica del metallo di partenza, ma piuttosto con il fatto che la loro introduzione promuove la formazione di germi di cristallizzazione. Alcune applicazioni dell'inoculazione interessano la forma e la distribuzione della grafite nelle ghise grigie, l'ottenimento della ghisa sferoidale, l'affinazione del grano in metalli puri, ecc.

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