insònnia

sf. [sec. XIX; dal latino insomnía]. Diminuzione del sonno detta anche iposonnia: soffrire di insonnia; anche il tempo trascorso insonne: nell'insonnia, ripensavo agli avvenimenti del giorno prima. § L'insonnia può essere abituale o episodica, costituzionale (rara) o acquisita; in quest'ultimo caso rappresenta un sintomo comune a varie condizioni patologiche: arteriosclerosi cerebrale, cardiopatie, molte forme di nevrosi, intossicazioni (tabagismo, etilismo, cocainomania), abuso di sostanze eccitanti (caffè), impiego di alcuni farmaci (simpatico-mimetici, digitale, psicostimolanti), eccessivo lavoro fisico o intellettuale. Per quanto riguarda il modo di manifestarsi, l'insonnia spesso equivale a una forte riduzione del numero delle ore di sonno, oppure a una sua minore profondità o anche alla concomitanza dei due fattori. Le ore di sonno possono ridursi perché (per esempio nelle nevrosi) il sonno ritarda o per un precoce risveglio mattutino, di frequente riscontro nei soggetti distimici. La terapia dell'insonnia acquisita si attua curando la malattia fondamentale che la sostiene; nel caso di insonnia costituzionale occorre impiegare opportuni farmaci.

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