istruzióne (pedagogia)

Indice

Descrizione generale

Per istruzione s'intende tanto il processo di trasmissione di conoscenze (nozioni) da parte del docente, quanto il risultato della loro acquisizione da parte del discente. L'istruzione si fonda sulla capacità acquisitiva, conservativa e applicativa dell'intelletto e come tale è tipica dell'essere umano. Si distingue da cultura (arricchimento della personalità attraverso la selezione e l'uso critico delle nozioni) e da educazione (formazione del carattere all'esercizio della responsabilità nel gruppo sociale) pur essendo il fondamento di ambedue: il puro apprendimento di conoscenze degenera in nozionismo come il loro meccanico insegnamento in enciclopedismo didattico, la semplice adeguazione del carattere in conformismo e l'astratta predicazione di norme in moralismo. L'istruzione in quanto acquisizione di sapere esige pur sempre (Salvemini) un impegno morale (volontà di apprendere, coscienza del valore del sapere). L'istruzione istituzionalizzata è scolastica e come tale segna una tappa decisiva dell'incivilimento: in tutti i Paesi vige un ordinamento scolastico sotto il controllo dello Stato, che per lo più gestisce direttamente gli istituti scolastici (istruzione pubblica) soprattutto per il periodo dell'obbligo, restando libera nei Paesi democratici l'istruzione privata, gestita dal padre (scuola paterna) o da istituzioni laiche o confessionali. In Italia la Costituzione accoglie tale sistema pluralistico, in quanto da un lato afferma che “l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento” (art. 33) e che “Enti e privati hanno diritto d'istituire scuole e istituti di educazione senza oneri per lo Stato”; dall'altro stabilisce che “la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. Ne discende come corollario l'esame di Stato per l'ammissione ai vari gradi e ordini di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale. Alcuni poteri sull'istruzione pubblica sono deferiti alle Regioni: sono infatti di loro competenza la legislazione sull'istruzione artigiana e professionale e l'assistenza scolastica. Nelle Regioni a statuto speciale questa competenza è ancora maggiore: per la regione Sicilia la competenza è esclusiva per l'istruzione elementare e concorrente con quella dello Stato per l'istruzione media e universitaria; per il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna e la Valle d'Aosta la competenza riguarda l'istruzione elementare, media, classica, scientifica, magistrale e tecnico-artistica; il Trentino-Alto Adige ha competenza sull'istruzione elementare e secondaria. Ammesso come principio fondamentale che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”, la Costituzione precisa che “è compito della Repubblica rimuovere tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, il che implica un preciso impegno a rendere “la scuola aperta a tutti”. Per i primi otto anni la scuola è obbligatoria e gratuita e tale obbligo s'intende adempiuto con il conseguimento del diploma di scuola media inferiore o con il compimento del quindicesimo anno di età e la frequenza della scuola per almeno otto anni. § Secondo il contenuto si distinguono un'istruzione naturalistica (fenomeni naturali), umanistica (fatti umani), matematica (logica pura), scientifica (indagine applicativa), filosofica (valori), cui forse corrispondono tipi mentali o vocazioni diverse: non è possibile stabilire gerarchie (per esempio il sec. XVI privilegiò l'istruzione umanistica, il XVIII la matematica, il XX la scientifica) né creare antitesi tra le “due culture” scientifica e umanistica, giacché la vera cultura risulta dall'armonia delle conoscenze. Tuttavia data l'infinità dello scibile e la moltiplicazione delle conoscenze l'istruzione si distingue per discipline o materie e per gradi o ampiezza. Anagraficamente si procede dall'istruzione preparatoria o infantile (in Italia “scuola materna”) all'istruzione elementare (sino a 10-11 anni), quindi alla secondaria (in cui una prima fase “inferiore” generalmente biennale costituisce con la precedente l'istruzione “di base”) e alla superiore o universitaria. Dall'istruzione generale si differenzia la professionale, che ha fini immediati di abilitazione al lavoro, e la tecnica, che abilita a professioni medie non manuali.

Cenni storici

L'istruzione è legata alla socialità umana come trasmissione delle conoscenze necessarie alla sopravvivenza e delle credenze magiche, rituali o religiose che vi sono connesse: dal primitivo rapporto padre-figlio si passa a quello del gruppo dove l'anziano, poi lo stregone, il sacerdote, il capotribù sono i docenti e il processo di istruzione si svolge dapprima per semplice imitazione, quindi per partecipazione a cerimonie e riti di iniziazione: con la riflessione sulle cause sorge l'istruzione propriamente detta, orale e quindi scritta. La Grecia classica offre in Sparta e Atene due modelli tipici di istruzione: semplice tirocinio militare nella prima, complessa formazione culturale-ginnica-civica nella seconda. Altre tipiche forme di istruzione dell'antichità sono quella cinese (confuciana), rigidamente selettiva e mnemonica, fondata sull'apprendimento degli ideogrammi e sul conformismo letterario, e quella ebraica, esclusivamente religiosa, con tendenza al formalismo. A Roma l'istruzione è legata alla famiglia; solo nel sec. III a. C. si aprono le prime scuole (private) a pagamento; sotto i Flavi e gli Antonini (sec. II d. C.) si fondano scuole sotto controllo di Stato: in ogni caso l'istruzione romana è tradizionalista e civica. Nel Medioevo l'istruzione è inizialmente solo ecclesiastica (scuole dei catecumeni o aspiranti), assume poi carattere catechetico (teologico) e ascetico (scuole dei monasteri) e tra i sec. XI-XV filosofico-religioso (Scolastica). Sorgono le prime universitates studiorum (Bologna, 1158; Parigi, 1180) con insegnamento dialogico del “trivio” e del “quadrivio”, da cui deriva il moderno esame interrogatorio. L'umanesimo nel sec. XV (massimo teorico Pietro Paolo Vergerio) accentra nelle humanae litterae l'istruzione classica, cui Vittorino da Feltre aggiunge nel suo celebre convitto (Casa Giocosa) l'esercizio fisico e l'etica evangelica. L'istruzione popolare nasce con la Riforma, che pone la lettura diretta della Bibbia (traduzione di Lutero, 1534) come fondamento della fede: Zwingli, Calvino e soprattutto Melantone propagano e organizzano tale istruzione e Comenio compone i primi testi moderni per l'istruzione elementare. Nel 1642 in Sassonia-Gotha si attua per la prima volta l'istruzione obbligatoria dal 5º al 14º anno. La Controriforma cattolica si occupa sia dell'istruzione dei sacerdoti (seminari) sia della diffusione dell'alfabetizzazione sia del controllo ecclesiastico dell'istruzione e favorisce ordini monastici docenti (teatini, somaschi, barnabiti, orsoline; gesuiti, che, con la Ratio studiorum del 1559, assumono l'istruzione classica come fondamento della scuola basata sul nozionismo, la disciplina, la meritocrazia). Tale istruzione umanistico-confessionale diretta alla formazione della classe dirigente viene criticata dall'illuminismo, che vi contrappone non la conquista del sapere, ma l'abilitazione alla partecipazione alla vita della nazione: di qui la funzione pubblica della scuola, assunta dallo Stato come istruzione obbligatoria durante la Rivoluzione francese (proposta Condorcet). D'altro canto la critica illuministica esalta l'autonomia del discente (Rousseau) e ne trae un metodo di istruzione intuitiva fondato sulla psicologia del fanciullo (Pestalozzi) e particolarmente sulla spontaneità infantile (Fröbel) portando al “puerocentrismo” tipico della pedagogia contemporanea. § In Italia durante e dopo l'esperienza napoleonica l'istruzione viene legata alla formazione della coscienza nazionale (Cuoco, Mazzini) e inserisce nel Risorgimento alcune notevoli esperienze didattiche (Lambruschini). L'istruzione obbligatoria, senza sanzioni per gli inadempienti, è sancita dalla legge piemontese Casati (1859) estesa al Regno d'Italia (1861) e impostata scientificamente dal positivismo (programmi di A. Gabelli). Con le leggi Coppino (1877) e Daneo-Credaro (1911) l'istruzione obbligatoria si estende con l'avocazione allo Stato delle scuole dei centri minori: Gentile (1923) crea un sistema di istruzione più formativo che informativo secondo i principi dell'idealismo con avocazione totale allo Stato dell'istruzione elementare e libertà di istruzione privata secondaria sotto controllo pubblico (esame di Stato). Con l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana (1948) sono invece prevalsi i principi democratici. Il coordinamento su scala mondiale dell'istruzione è assicurato dal BIE (Bureau International de l'Éducation) di Ginevra dipendente dall'UNESCO. In Europa si svolgono periodiche conferenze dei ministri dell'istruzione per cura del Consiglio d'Europa (Strasburgo) e, dal 1971, della Comunità Europea (Bruxelles).

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