làbile

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agg. [sec. XIV; dal latino tardo labílis, caduco].

1) Ant., facile a cadere.

2) Lett., che scompare presto, effimero, caduco: labile ombra. Più comune, che si dissolve facilmente; familiare, debole: una labile memoria.

3) Nel linguaggio scientifico e tecnico, instabile. In particolare: A) in chimica e in termodinamica, sistema labile, un sistema instabile che tende a trasformarsi in uno più stabile. B) Nella scienza delle costruzioni, sistema dotato di vincoli (esterni o interni) in numero non sufficiente per il suo equilibrio. Tale sistema, detto anche ipostatico, mantiene la propria configurazione di equilibrio solo nel caso che le forze agenti soddisfino a particolari condizioni, non provocando quei movimenti che sono possibili. Si definisce labile anche quel sistema i cui vincoli, pur essendo in numero sufficiente, siano però disposti in modo tale da renderli inutili o inefficienti per il conseguimento dell'equilibrio.

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