làmina

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino lamína].

1) Prodotto metallico di spessore in genere inferiore a 1 mm, con larghezza molto inferiore alla lunghezza, ottenuto per tranciatura a partire da nastri o lamierini: lamina bimetallica, vedi bimetallico. Per estensione, qualsiasi corpo di esiguo spessore limitato da due piani paralleli dotati di determinate qualità. In particolare: A) in astronomia, lamina o lastra di Schmidt, dispositivo per la correzione di aberrazione di sfericità usato particolarmente nei telescopi riflettori; consta di una lamina trasparente opportunamente sagomata associata a uno specchio. B) In sedimentologia, straterello di spessore inferiore al centimetro; suddivisione interna fisica di uno strato. Per lamina si intende anche un corpo roccioso di spessore fortemente ridotto compreso tra superfici di scistosità o piani di taglio.

2) La parte appiattita e più o meno sottile della foglia, detta anche lembo fogliare. Con lo stesso nome si indicano anche altre porzioni vegetali di tipo laminare, come la parte superiore di vari petali o le porzioni fogliacee del tallo di molte alghe. 3) In anatomia, formazione ossea o cartilaginea appiattita, membrana: lamina cribrosa dell'osso etmoide, dalla forma quadrangolare, deve il suo nome alla presenza di numerosi forellini attraverso i quali passano i rami terminali del nervo olfattivo; lamina quadrigemina, l'insieme dei quattro corpi quadrigemini del mesencefalo; lamina spirale, parete divisoria che percorre l'interno della chiocciola dell'orecchio interno e separa la rampa vestibolare da quella timpanica; lamina vertebrale, porzione pari dell'arco della vertebra che forma, insieme a quella controlaterale, la parete posterolaterale del canale vertebrale.

Fisica

Lamina liquida, sottilissimo strato liquido di spessore dell'ordine del diametro atomico. Le lamine liquide sono sede di importanti fenomeni relativi alla tensione superficiale e all'interferenza della luce. Ne sono esempi le bolle di sapone e gli strati sottili di lubrificanti a contatto con liquidi non miscibili. Tali lamine vengono anche usate per risolvere sperimentalmente problemi di minimo, propri del calcolo delle variazioni. Per esempio, per la risoluzione del problema di determinare la superficie di area minima che nello spazio è limitata da un dato contorno chiuso, si può usare un contorno chiuso di fil di ferro e immergerlo in un liquido avente un'alta tensione superficiale, per esempio acqua saponata. La lamina che si forma in questo contorno quando viene estratto dal liquido assume la forma della superficie richiesta dal problema. Lamina ottica, strato di materiale di struttura omogenea, otticamente isotropo o anisotropo, avente due dimensioni molto grandi rispetto alla terza, di cui interessano i fenomeni che si manifestano quando è attraversato da un fascio luminoso. Si hanno: A) lamine a spessore costante, che interposte in aria a un fascio luminoso ne determinano uno spostamento, parallelamente a se stesso, proporzionale allo spessore della lamina; B) Lamine sottili, di spessore costante o variabile, che determinano fenomeni di interferenza; C) Lamine sottili birifrangenti, di materiale anisotropo, che determinano doppia rifrazione; secondo il materiale, lo spessore e la lunghezza d'onda della radiazione usata, per incidenza normale del fascio luminoso sulla lamina, questa può determinare ritardo o anticipo, fra radiazioni ordinaria e straordinaria uscenti dalla lamina; tale ritardo può essere di una lunghezza d'onda (lamina d'onda), di mezza lunghezza d'onda (lamina mezz'onda), di un quarto di lunghezza d'onda (lamina quarto d'onda).

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