Lessico

agg. [sec. XIII; dal latino liber -ĕra-ĕrum].

1) Che non è sottoposto a nessun limite per quanto riguarda i movimenti, le azioni; che non è soggetto alla volontà altrui: l'uomo è un essere libero; una repubblica formata da liberi cittadini; essere liberi di agire. Nelle loc.: popolo libero, che si governa con leggi proprie; nazione libera, paese libero, indipendenti; mare libero, che si trova al di fuori delle acque territoriali. Per estensione, che non è sottoposto a vincoli, a limitazioni e simili: sentirsi liberi da preoccupazioni; il giudice deve essere libero di decidere; ci vediamo domani perché oggi non sono libero; prodotti liberi da imposte, esenti. In particolare: uomo libero, non sposato o non legato sentimentalmente; fede di stato libero, certificato in cui si attesta che non si è contratto matrimonio; professione libera, che viene esercitata in modo autonomo e indipendente; libero professionista, che è abilitato all'esercizio di una libera professione; libero docente, che è abilitato a insegnare nelle università; mercato libero, esente da vincoli o dazi; libera concorrenza, vedi concorrenza; libero amore, per cui non si ritiene indispensabile il vincolo coniugale; libero arbitrio, vedi arbitrio; carta libera, non bollata.

2) Non sottoposto a regole fisse, a norme precise, a restrizioni: la libera circolazione delle merci e delle idee. Per estensione, ardito, audace, sconveniente: una donna libera, costumi troppo liberi. Con accezioni specifiche: traduzione libera, non letterale; metro libero, versi liberi, senza vincoli di rime o di strofe; libera uscita, permesso, generalmente di qualche ora, concesso ai militari (soldati, graduati di truppa, sottufficiali) per uscire dalla caserma; accento libero, in linguistica, non vincolato a una particolare sillaba della parola; tale è l'accento dell'italiano che può spostarsi su diverse sillabe con una funzione distintiva sul piano semantico: áncora, ancóra, sillaba libera, che termina in vocale (lu-ce) e in questo caso la sillaba si può dire anche aperta; nel calcio, il difensore che, a differenza dei compagni di squadra, non ha compiti di marcatura a uomo; nella ginnastica (anelli, sbarre, cavallo, ecc.) e nel pattinaggio, esercizio senza schema prefissato; nel nuoto, stile libero è la gara nella quale ogni concorrente può scegliere lo stile desiderato, in genere il crawl.

3) Non legato: lasciar libero il cane; animali liberi o allo stato libero, allo stato brado; aria libera, l'aria aperta. Per estensione, non impedito, sciolto: movimento libero; avere le braccia libere. In particolare: salita libera, nell'alpinismo, ascensione eseguita senza l'ausilio di chiodi, moschettoni o corde; disegnare a mano libera, senza riga e compasso; avere mano libera in qualche cosa, avere la possibilità di decidere e agire in piena indipendenza; a piede libero, di imputato che non è in stato d'arresto. Nel linguaggio tecnico e scientifico, ruota libera, elettrone libero, energia libera; pelo libero, la superficie che separa un liquido dall'aeriforme (in genere l'aria) che lo sovrasta; via libera, del tratto di binario ferroviario sgombro da convogli fino al successivo segnale di via impedita; bordo libero, in marina, vedi bordo.

4) Non occupato, non riservato, non precluso: spazio, terreno libero; il telefono è libero; appartamento libero; tempo libero, quello che rimane dopo lo svolgimento delle proprie occupazioni; dare via libera, autorizzare a passare o ad agire in un dato modo; avere campo libero, non avere competitori. Per estensione, permesso, consentito a tutti: l'accesso alla scuola è libero; ingresso libero, entrata libera, per cui non è necessario pagare.

5) In chimica, si dice di elemento non combinato con altri: mercurio libero o allo stato libero.

Matematica

Libero non ha un senso assoluto nelle teorie assiomatiche, nelle quali esistono sempre vincoli, quelli appunto imposti dagli assiomi. Si dirà allora che una struttura algebrica è liberamente generata da un insieme A di suoi elementi, se ogni elemento di essa si ottiene da elementi di A operando in modo che siano rispettati gli assiomi, ma senza che tra gli elementi intercorrano altre relazioni, diverse da quelle imposte dagli assiomi. Così, il gruppo libero generato da un elemento, a, è costituito da tutte le potenze formali di a, con esponente positivo, nullo, negativo, supposte tutte diverse tra di loro, applicando le ordinarie regole di calcolo tra potenze. Se fosse invece, per esempio a²=aa0=identità del gruppo, il gruppo non sarebbe libero, in quanto in esso varrebbe una relazione (quella sopra scritta) non imposta dagli assiomi.

Liberi pensatori

Sono così detti coloro che “non ammettono altri veri che quello dimostrato dalla ragione, altra legge morale che quella sancita dalla coscienza (e) considerano le religioni dogmatiche, dette rivelate, negazioni della coscienza e della libertà umana” (da Il libero pensiero, 1886). Sorti in Inghilterra nel sec. XVI, subirono l'influsso del Rinascimento italiano e si differenziarono più tardi qualificandosi come deisti o enciclopedisti o razionalisti wolffiani o ancora seguaci di H. Reimarus e di D. F. Strauss, nella demitizzazione del Cristo. Nel 1915 i liberi pensatori si divisero in radicali (International proletarische Freidenker, Vienna) e moderati (Volksbund für Geistesfreiheit, Lipsia).

Libero arbitrio

Facoltà dell'uomo di scegliere senza costrizione esterna o interna. Per la dottrina cattolica il libero arbitrio è una verità pregiudiziale in ordine alla salvezza come fondamento dell'atto morale. Contro le tendenze che, implicitamente, o negavano (manicheismo) o esaltavano (pelagianesimo) il libero arbitrio, Sant'Agostino ne sostenne la realtà (De gratia et libero arbitrio) e insieme l'insufficienza in ordine al bene (Retractationes); San Tommaso tentò di darne una spiegazione razionale fondandolo sulla limitatezza dello spirito umano “indifferente” rispetto a ogni singolo bene particolare (De veritate). Il libero arbitrio, come facoltà attenuata ma non distrutta dal peccato originale, fu definito dal Concilio di Trento e ribadito da Pio V (Ex omnibus afflictionibus, 1567) contro la dottrina di Baio. Il rapporto tra il libero arbitrio e l'aiuto della grazia divina (controversia de auxiliis, 1598-1607) fu concepito differentemente dai gesuiti (Molina), che ponevano l'accento sulla libertà collaborante con Dio che ne “prevede” le scelte, e i domenicani (Bañez), che sostenevano una “predeterminazione fisica” del libero arbitrio; la dottrina protestante, sulla base di affermazioni paoline (Lettera ai Romani 7,19) e giovannee (Giovanni 8,34), arrivò a negare il libero arbitrio (Lutero, De servo arbitrio), considerandolo distrutto dal peccato originale.

Libero scambio

Dottrina e indirizzo di politica commerciale che, in opposizione al protezionismo e appoggiandosi al principio dei costi comparati (vedi commercio), sostiene che solo la libera circolazione delle merci da Paese a Paese, sia sul piano interno sia su quello internazionale, permette la più efficiente collocazione delle risorse così da conseguire il massimo livello di produzione possibile. Espressione del liberismo nei rapporti commerciali fra Stati, la politica liberoscambista, tipica dell'Inghilterra del sec. XIX e più o meno strettamente e continuativamente seguita anche dagli altri Paesi europei fino a divenire dominante nel primo quarto del sec. XX, dopo la seconda guerra mondiale è tornata a riprendere vigore sotto la forma più complessa di collaborazione economica internazionale.

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