lìrico

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agg. e sm. (pl. m. -ci) [sec. XVI; dal latino lyrícus, che risale al greco lyrikós, da lýra, lira].

1) Agg., in origine, proprio della poesia che gli antichi cantavano con l'accompagnamento della lira; poi, detto della poesia che esprime soggettivamente i sentimenti, gli affetti, le emozioni più profonde del poeta: componimento lirico; genere lirico, la lirica; poeta lirico, che compone poesie liriche. In particolare, di ciò che è proprio della poesia lirica o ne richiama il tono affettivo, la ricchezza del sentimento, lo slancio fervido e ispirato: prosa ricca di accenti lirici. Per estensione, di composizioni drammatiche nelle quali l'elemento musicale è prevalente sulle altre dimensioni dello spettacolo: opera lirica, dramma lirico; teatro lirico, destinato alla rappresentazione di opere liriche; artista lirico, cantante di opere liriche. § Ente lirico, già persona giuridica di diritto pubblico, sottoposta alla vigilanza del Ministero del Turismo e Spettacolo, è stato trasformato in fondazione con personalità giuridica di diritto privato a decorrere dal 23 maggio 1998 (D.L. 24 novembre 2000, n. 345); gode di particolari agevolazioni e mutui da parte dello Stato perché non ha fini di lucro, ma ha come scopo istituzionale la diffusione dell'arte musicale e la formazione ed educazione musicale della collettività. Fra gli enti lirici il Teatro alla Scala di Milano è riconosciuto come “ente lirico di particolare interesse nazionale nel campo musicale” (art. 7, legge 14 agosto 1967, n. 800).

2) Sm., poeta lirico: raccolta di poesie di lirici contemporanei.

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