Lessico

(ant. labro), sm. (pl. le labbra nel significato 1 e 2, i labbri ant. e poetico e negli altri significati) [sec. XIV; latino labrum].

1) Ciascuna delle due pieghe cutanee muscolo-membranose che circondano l'apertura della bocca e delimitano anteriormente il vestibolo boccale: labbra rosse, sottili, sporgenti, tumide, esangui; mordersi le labbra, per trattenere l'ira, il riso, per evitare di dire qualche cosa di inopportuno o per pentimento di ciò che si è detto; leccarsi le labbra, assaporando un cibo squisito; roba da leccarsi le labbra, buonissima; bagnarsi le labbra, bere un sorso di qualche cosa Per estensione, per lo più al pl., la bocca, specialmente in quanto fonte della parola: portare il bicchiere alle labbra; pendere dalle labbra di qualcuno, ascoltarlo con grande attenzione; a fior di labbra, di parole appena sussurrate; un sorriso a fior di labbra, appena accennato, forzato; avere una parola sulle labbra, trattenersi dal dirla o non ricordarla più; avere sulle labbra quello che si ha nel cuore, dire ciò che si pensa, essere sinceri; è morto col mio nome sulle labbra, pronunciando il mio nome fino alla fine.

2) Al pl., le pieghe cutanee proprie della parte esterna dell'apparato genitale femminile dei Mammiferi.

3) In zoologia, labbro superiore, labbro inferiore, rispettivamente il labrum e il labium degli Insetti.

4) In botanica, ciascuna delle due parti che si distinguono nel calice, nella corolla o nel perigonio gamofilli di un fiore zigomorfo, una rivolta verso l'alto (labbro superiore), l'altra verso il basso (labbro inferiore). Ciascun labbro può essere costituito da uno o più elementi fogliari.

5) In embriologia, labbro dorsale del blastoporo, zona della blastula negli embrioni dell'anfiosso e degli Anfibi in corrispondenza del polo vegetativo, in cui ha origine il processo di gastrulazione con l'introflessione di blastomeri provenienti dal polo animale.

6) Lembo estremo, margine di una ferita e simili: i labbri stentano a unirsi. Per estensione, bordo tondeggiante e rilevato, orlo: i labbri di un vaso.

7) In geologia, labbro di faglia, superficie relativa a ciascun lembo roccioso dislocato da una faglia.

Anatomia

Nella maggioranza dei Vertebrati i margini della bocca sono formati dalle labbra. Nei Ciclostomi l'apertura buccale è rotonda (una caratteristica a cui questo gruppo deve il nome). Nei Pesci, negli Anfibi e nei Rettili le labbra sono piccole pieghe di pelle poco sviluppate, esterne ai denti e alle mascelle. Depositi di cheratina nell'epitelio possono trasformare le labbra in rostri cornei e becchi, come nei Cheloni, negli Uccelli e in alcuni Mammiferi. Nella maggior parte dei Mammiferi, invece, le labbra sono appariscenti, ben sviluppate e delimitate tanto da poter distinguere una parte integumentale (cioè la zona a diretto contatto con le regioni nasale e mentale) e una parte mucosa che delimita la parte esterna della bocca. Le labbra si uniscono ai lati (angoli della bocca) formando, a bocca chiusa, una linea orizzontale (rima delle labbra). Nei Mammiferi le labbra sono molto mobili, soprattutto nell'uomo, tanto da concorrere all'articolazione dei suoni. Nell'uomo "Vedi disegno A vol. XIII, pag. 129" le due labbra (superiore e inferiore) sono prevalentemente costituite dalla parte marginale, eversa, del muscolo orbicolare, coperta dalla mucosa (prolabio) che si continua senza interruzione, con la parte integumentale che appare incavata; "Per la nomenclatura della regione labiale vedi disegno A al lemma dell'11° volume." in corrispondenza della linea mediana del labbro superiore si denota un solco verticale (solco sottonasale o filtro) che in basso termina con un rigonfiamento (tubercolo).

Antropologia

Da un punto di vista antropologico, la descrizione delle labbra è generalmente riferita alla loro sporgenza, allo spessore e al colore. Il primo di questi caratteri è in stretta relazione con la morfologia delle parti ossee sottostanti e le labbra possono essere distinte in procheliche quando entrambe sporgono verso l'avanti in egual misura; ortocheliche quando entrambe si trovano su di un piano arretrato; opistocheliche quando il labbro superiore sopravanza verso l'avanti il labbro inferiore. Per quanto riguarda lo spessore, le sue variazioni sono in relazione allo sviluppo più o meno accentuato dei muscoli orbicolare e retto delle labbra e si possono raggruppare in sottili, medie, grosse ed everse. "Vedi disegni B vol. XIII, pag. 129" "Per la forma delle labbra vedi disegno B al lemma dell'11° volume." Quelle sottili, caratterizzate da una mucosa appena accennata, sono frequenti nei tipi nordici europei; quelle medie, in cui la mucosa raggiunge già una larghezza di 8 o 10 mm, sono diffuse in vari gruppi europoidi e mongoloidi (Giapponesi e Coreani); quelle grosse, con mucosa molto scoperta e più o meno turgida, si trovano fra i mongoloidi, i negroidi e anche in europoidi; quelle everse, molto spesse e fortemente rovesciate verso l'esterno, sono comuni in alcuni gruppi di neriafricani. Il colore delle labbra varia dal marrone-rosato dei melanodermi, all'azzurro-rosato degli xantodermi, al rosa-rosso violaceo dei leucodermi.

Anatomia: apparato genitale

Le pliche esterne degli organi genitali femminili sono denominate piccole e grandi labbra: le grandi labbra sono più esterne, dotate di abbondante tessuto adiposo e cellule pigmentate; sono ricche di peli e di ghiandole sudoripare e sebacee; sono poste sagittalmente e confluiscono, superiormente, nel monte di Venere (commessura anteriore delle grandi labbra), mentre, inferiormente, si congiungono poco prima dell'ano, nella commessura posteriore; sono considerate omologhe, da un punto di vista anatomico e soprattutto embriologico, allo scroto maschile. Le piccole labbra sono formate da due pieghe più sottili, dotate di esile impalcatura connettivale, che delimitano lateralmente il vestibolo della vagina.

Patologia

Labbro leporino "Vedi disegno vol. XIII, pag. 129" (o cheiloschisi), malformazione congenita dovuta a un'anomalia delle modalità di sviluppo, generalmente del labbro superiore, durante la vita embrionale. Morfologicamente può variare da una piccola incisura sul prolabio del neonato fino alla separazione completa che si estende entro il pavimento delle fosse nasali. In genere, il labbro leporino si accompagna a palatoschisi, anomalie delle cartilagini e delle ossa nasali, anomalie dei denti (assenza, deformazioni, denti soprannumerari). A parte il fattore estetico e i problemi connessi con la correzione dei difetti del linguaggio, tale malformazione pone immediati problemi per l'alimentazione del neonato e per la profilassi delle infezioni bronco-polmonari da aspirazione. Il trattamento consiste in un intervento di chirurgia plastica praticato in genere all'età di 1 mese o 2, con una revisione del primo intervento riparativo all'età di 4-5 anni.

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