Lessico

sm. (pl. -ghi) [sec. XIII; latino lacus -us].

1) Massa d'acqua più o meno estesa dislocata all'interno delle terre emerse anche lungo le zone costiere; in particolare: lago artificiale, quello realizzato mediante uno sbarramento (vedi bacino); lago vulcanico, che occupa il cratere di un vulcano spento. Usato al pl., indica la regione dei grandi laghi lombardi: l'Autostrada dei Laghi.

2) Fig., gran quantità di liquido sparso: essere in un lago di sudore; giacere in un lago di sangue.

3) In anatomia, spazio, più o meno ampio, situato tra formazioni e tessuti, per lo più occupato da liquidi: lago bulbo-spinale, lago cerebellare, lago lacrimale.

4) Ant., cavità: il lago del cuore, la cavità del cuore in cui si raccoglie il sangue.

Geografia fisica

Un lago è caratterizzato dalla forma del bacino (depressione o conca) lacustre, dalla sua estensione , profondità e ubicazione, dall'avere o no immissari ed emissari, dal chimismo delle acque e dalla loro dinamica. Secondo che il bacino lacustre sia sempre pieno oppure no di acqua i laghi si dicono permanenti oppure temporanei. La classificazione dei laghi viene generalmente basata su criteri geologici (origine delle depressioni lacustri) o geografici (ubicazione dei laghi). Tenendo conto di ambedue i criteri suddetti, i laghi possono essere distinti nei seguenti tipi principali: di origine tettonica, vulcanica o glaciale, di sbarramento vallivo, di frana, carsici, di steppa e di deserto, di pianura, costieri, di sorgente. Rientrano nel primo gruppo (laghi di origine tettonica) tutti i laghi che occupano il fondo di una depressione della superficie terrestre originatasi per fenomeni orogenetici (corrugamenti) o per abbassamenti di porzioni della superficie terrestre delimitate da faglie (fosse tettoniche). Tipici laghi di corrugamento orogenetico sono quelli di sinclinale e di piega-faglia come p. es. il Trasimeno, il lago di Neuchâtel ai piedi del Giura svizzero, il lago di S. Croce nel Bellunese, ecc.; classici esempi di laghi di fossa tettonica sono i grandi laghi dell'Africa orient. (Alberto, Tanganica, Malawi o Niassa, ecc.). Fra i laghi di origine vulcanica vanno annoverati i laghi craterici o, meglio, di caldera, come quelli di Bracciano, di Albano, di Bolsena, di Nemi o il Crater Lake nell'Oregon, e i cosiddetti laghi di tavolato lavico, quali quelli del Massiccio Centrale francese. I laghi di origine glaciale possono essere direttamente connessi alla fusione del ghiaccio (laghi di ghiacciaio), all'escavazione glaciale (laghi di esarazione glaciale) o ad arginature operate da cordoni morenici (laghi morenici). Nei laghi di ghiacciaio rientrano i laghi endoglaciali, peraltro assai effimeri, dovuti ad accumuli di acqua di fusione nel corpo o sulle superfici delle grandi masse di ghiaccio, e quelli ipoglaciali, contenuti fra tali masse e il loro letto; i laghi di escavazione glaciale comprendono tutti i laghi che occupano conche modellate in roccia in posto o spezzoni di valli glaciali. Fra questi vi sono i laghi di circo, nonché quelli occupanti depressioni comprese nell'ambito di rocce montonate (in Italia i laghi Sirio e di S. Michele nella zona di Ivrea), i laghi paravallivi laterali all'asse vallivo principale (come il lago di Ospedaletto nel Friuli), i laghi vallivi propriamente detti (laghi di Molveno e di Levico) e i laghi vallivi terminali, la cui soglia di valle risulta spesso sopraelevata da accumuli morenici (p. es. i grandi laghi prealpini italiani); fra i laghi morenici più significativi vanno annoverati i laghi intermorenici, di forma generalmente allungata e dai contorni alquanto irregolari (p. es. i laghi della Pomerania). I laghi di sbarramento vallivo comprendono tutti i bacini lacustri originatisi a seguito dello sbarramento di una valle fluviale a opera di una frana (laghi di Alleghe nel Bellunese, di Poschiavo nei Grigioni, di Scanno in Abruzzo), di una lingua glaciale (lago di Märijelen in Svizzera, ubicato nell'omonima valle sbarrata dal ghiacciaio dell'Aletsch), di materiale morenico, di colata lavica, come si verifica lungo la valle del Simeto in Sicilia, del conoide di un affluente, come il Fosso di Caldaro nella Valle dell'Adige, di concrezioni travertinose, come il lago di Piediluco. I laghi di frana sono quelli dislocati sulle superfici delle lingue di frana marcatamente ondulate o, più facilmente, alla base delle nicchie di distacco delle frane stesse dove risultano spesso alimentati dalle cosiddette sorgenti di frana. I laghi carsici occupano depressioni originatesi per dissoluzione di rocce solubili (calcaree, gessose, ecc.): in relazione alla cavità occupata possono essere distinti in laghi di dolina, di uvala, di polje, ecc. Fra i laghi di deserto e di steppa rientrano i laghi di deflazione eolica, quelli compresi fra dune e quelli occupanti il fondo di bacini endoreici; sono generalmente salati. Fra i laghi di pianura rientrano quelli che fanno capo a bassure dovute a costipamento di depositi alluvionali (lago di Massaciuccoli), quelli propri di depressioni laterali a corsi d'acqua periodicamente soggetti a straripamento (laghi di esondazione e laghi di rotta) e i laghetti meandrici (lanche o mortizze) generatisi per “salto del meandro” lungo un corso d'acqua. Fra i laghi costieri, tipici delle coste basse, rientrano i laghi deltizi (in parte classificabili anche come laghi di pianura), i laghi compresi fra cordoni o dune costiere (di Orbetello, di Fossoli, di Burano, di Varano, ecc.) e i laghi originatisi per costipamento di depositi alluvionali costieri. Si tratta spesso di laghi direttamente collegati a lagune, dalle quali sovente derivano. Laghi di sorgente vengono denominati quelli la cui origine è connessa all'esistenza di sorgenti con portata eccezionale, site sul fondo di depressioni topografiche. Si distinguono laghi di sorgenti sbarrate (lago della Piana Pontina, lago delle sorgenti del Clitunno, ecc.) e laghi di sorgenti ascendenti: si tratta generalmente di sorgenti termali, com'è il caso dei “lagoni” del Volterrano e delle “Acque Albule” del Lazio.

Idrologia

I laghi costituiscono una formazione idrologica temporanea e sono destinati a scomparire in un tempo geologicamente più o meno lungo. Le cause della loro estinzione sono lo svuotamento e il riempimento, fenomeni che possono presentarsi anche contemporaneamente. Lo svuotamento avviene per evaporazione, specie per laghi privi di immissari e in regioni aride, per erosione della soglia e per l'apertura di condotti sotterranei (laghi delle regioni carsiche). Il riempimento si verifica: per apporto eccessivo di materiali alluvionali; per deposizione chimica di sali; per sedimentazione di origine eolica e vulcanica; per depositi di origine organica, specie vegetale (formazione di torbiere). Il livello della superficie dei laghi è soggetto a continue variazioni anche in tempi brevi in rapporto al tipo di alimentazione del bacino lacustre (regime degli immissari, delle sorgenti, condizioni climatiche, perdite da cavità sotterranee) e alle oscillazioni periodiche connesse con il movimento delle acque del lago, che però non è generalmente di grande entità. Come nei bacini marini, si verificano moti ondosi, correnti e maree; caratteristiche dei laghi sono invece le sesse, oscillazioni pendolari di tutta la superficie acquea. La scarsità di movimento delle acque dei laghi rende debole l'azione geomorfologica di questi corpi idrici; notevole invece può essere l'azione morfologica indiretta. Il lago con la sua ingente massa d'acqua agisce da volano termico influenzando sensibilmente le condizioni climatiche della regione e l'azione degli agenti atmosferici. Inoltre le variazioni di livello influenzano l'azione morfologica dei corsi d'acqua per i quali il lago costituisce il livello di base dell'erosione.

Le acque

La salinità delle acque dei laghi è generalmente inferiore a quella delle acque marine: è minima per i laghi alpini alimentati da piogge, neve e acqua di fusione dei ghiacciai, cresce per i laghi di fondovalle, soprattutto per quelli scavati in rocce calcaree e gessose o alimentati da sorgenti minerali, diventa elevata per i laghi chiusi privi di immissari e soggetti a forte evaporazione e per i laghi costieri le cui acque possono essere in comunicazione con il mare. Le sostanze in soluzione sono costituite da carbonati, solfati, cloruri, sospensioni colloidali di silice; la quantità di gas disciolti dipende dagli scambi con l'atmosfera, con la produzione dei vegetali (ossigeno in corrispondenza dell'epilimnio) e con processi putrefattivi (anidride carbonica in corrispondenza dell'ipolimnio). Il colore delle acque dei laghi dipende dal colore delle rocce di fondo e di quelle che vi si specchiano, dalla profondità, dai sedimenti in sospensione, dalla presenza di alghe e dalla composizione chimica complessiva; il colore viene determinato per confronto con una scala cromatica convenzionale (scala di Forel) comprendente dieci termini variabili dal giallo, al verde, all'azzurro. La trasparenza è in genere inferiore a quella delle acque marine per una maggiore quantità di materiale in sospensione. La temperatura dipende da quella delle acque di alimentazione ed è in relazione con la latitudine e con l'altezza, ma può essere influenzata notevolmente da cause locali. Le variazioni termiche delle acque lacustri seguono quelle dell'aria fino alla profondità di 85-100 m; al di sotto la temperatura non subisce oscillazioni sensibili. La distribuzione della temperatura delle acque dei laghi è in rapporto con le variazioni di densità dell'acqua dolce che è massima a 4 ºC; la stratificazione termica è normale, cioè con valori che decrescono dall'alto al basso, se la temperatura superficiale si mantiene sopra i 4 ºC; se si scende al di sotto di tale valore, l'acqua fredda, meno densa, rimane in alto e si ha la stratificazione inversa con temperature crescenti con la profondità. In base alla temperatura i laghi si possono classificare in tre tipi principali: laghi tropicali, con temperatura massima maggiore di 4 ºC e minima maggiore o uguale a 4 ºC (stratificazione termica normale); laghi temperati, con massima maggiore e minima inferiore a 4 ºC (stratificazione normale estiva, inversa invernale); laghi polari, con temperatura massima e minima inferiore a 4 ºC (stratificazione inversa in tutte le stagioni). Nei laghi profondi la massa d'acqua può essere suddivisa in tre zone caratteristiche: una zona superiore, detta epilimnio, caratterizzata da temperature variabili e circolazione libera dell'acqua; una zona intermedia, detta metalimnio o zona del salto termico, nella quale la temperatura cambia bruscamente; una parte inferiore, detta ipolimnio, con acque costantemente fredde e stabili. § Dal punto di vista ecologico i laghi fanno parte degli ambienti lentici (vedi ancheecosistema).

Diritto

In base all'art. 822 del Codice Civile i laghi fanno parte del “demanio idrico” pubblico e, anche se artificiali, rientrano nella disciplina delle acque pubbliche e fanno parte del demanio cosiddetto “necessario” dello Stato. I porti posti in riva ai laghi sono ora amministrati dalle Regioni a statuto ordinario e fanno quindi parte del demanio regionale. Per le Regioni a statuto speciale, disposizioni particolari sono previste dai rispettivi statuti.

Geologia

Lago di lava, massa di lava allo stato fuso stagnante in un cratere per lunghi periodi di tempo. Il lago di lava si forma quando la colonna magmatica fuoriesce dal condotto e riempie il cratere e si esaurisce per solidificazione della lava o per abbassamento della colonna magmatica. La lava rimane allo stato liquido in superficie malgrado l'irradiazione di calore solo se è animata da moti convettivi: la massa fusa arrivata in superficie raffreddandosi e liberando i gas diventa più pesante e ridiscende nel condotto acquistando nuovo calore. Il più significativo lago permanente con lava in fusione è quello del Nyiragongo (Zaire).

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