libro d'ore

libro di preghiera derivato dal breviario, in uso tra il sec. XII e il XVI. Al tempo della sua maggior diffusione (Trecento, Quattrocento) si componeva normalmente di un calendario, di un salterio, di alcuni uffici disposti in genere secondo l'ordine liturgico e di altre preghiere. Manoscritti su pergamena, i libri d'ore erano spesso riccamente decorati da miniature, soprattutto se destinati a personalità di corte (come in Borgogna o in Lombardia), e le loro raccolte costituiscono una preziosa testimonianza dell'arte della miniatura nei sec. XIV e XV. Fra le opere più famose si ricordano: le Ore di Jeanne d'Evreux miniate da Jean Pucelle (1325-28), le Ore di Gian Galeazzo Visconti miniate da Giovannino De Grassi (fine sec. XIV), le Ore di Filippo Maria Visconti di G. De Grassi e Belbello da Pavia (sec. XIV-XV), i tre libri d'ore del duca di Berry (le Piccole Ore e le Grandi Ore miniate da Jacquemart de Hesdin, le Très riches Heures miniate dai fratelli Limbourg e compiute da J. Colombe nel sec. XV), le Ore di Étienne Chevalier miniate da Jean Fouquet (sec. XV), ecc. Anche dopo l'avvento della stampa si continuò l'uso del libri d'ore ornato, invece che da miniature, da silografie: tra gli esempi più notevoli, i libri d'ore prodotti a Parigi da S. Vostre e da Pigouchet.

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