litanìa

(ant. e popolare letanìa), sf. [sec. XIV; dal latino tardo litanīa, che risale al greco litanéia, preghiera, supplica]. Nell'antica liturgia litania indicava una processione. Di qui venne il nome di litania maggiore alla processione che si faceva il 25 aprile e litanie minori a quelle che avevano luogo nei tre giorni precedenti la festa dell'Ascensione (Rogazioni). Ora litania indica una preghiera alternata tra sacerdote e popolo, che risponde alle intenzioni del celebrante con una breve invocazione, per esempio Kyrie eleison (“prega per noi”). Le litanie più antiche, modello di tutte le altre, sono quelle dei santi. Nella prima parte s'invocano i santi rappresentativi di tutte le epoche e dei diversi stati di vita; nella seconda, dopo l'evocazione dei misteri della vita di Cristo, si intercede per le varie necessità della Chiesa e del mondo. Ve ne sono due forme: una lunga, usata nelle processioni e una breve, adoperata nelle ordinazioni, nel battesimo, nella professione religiosa, nella dedicazione della chiesa. Altre litanie più recenti sono in onore della Madonna (o lauretane, perché ebbero il loro centro di diffusione nel santuario di Loreto) o dei santi o di qualche mistero di Cristo: Sacro Cuore, Santo Nome di Gesù.§ Il termine è entrato nel linguaggio comune con il senso fig. di lunga filastrocca, tiritera, serie monotona di nomi, di lamentele e simili: una litania di titoli nobiliari, una litania di insulti.

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