Lessico

agg. [sec. XVII; dal latino medíus].

1) Che sta in mezzo tra due estremi, tra un massimo e un minimo: punto medio; altezza, statura media. In particolare: età media, compresa tra la giovinezza e la vecchiaia; intelligenza media, che rientra nella normalità; il ceto medio, la piccola borghesia; dito medio (o il medio, sm.), il terzo dito e il più lungo delle dita della mano, tra l'indice e l'anulare; pesi medi, categoria di atleti che comprende, nella lotta, quelli che vanno dai 73 ai 79 kg di peso; nel sollevamento pesi, quelli tra i 67,5 e i 75 kg; nel pugilato, i professionisti tra i 66,678 e i 72,574 kg e i dilettanti tra i 71 e i 75 kg; termine medio, nel sillogismo, quello collegato con ciascuno dei due estremi nelle due premesse; scuola media; media ed estrema ragione; termini medi, di una proporzione, e medio proporzionale; consonanti medie (o solo medie come sf. pl.), seguendo la terminologia degli antichi grammatici greci, le occlusive sonore (b, d, g) che stanno tra le tenui (p, t, k) e le aspirate (ph, th, kh); diatesi media (o media, sm.); media frequenza, o frequenza intermedia, frequenza, solitamente normalizzata per convenzione internazionale, che viene impiegata nei ricevitori a eterodina per ottenere una conveniente “selettività” o separazione fra i segnali radio.

2) In matematica e statistica, valore medio, lo stesso che media.

3) In economia, come sm., media circolante, la quantità di moneta in circolazione.

Grammatica

In grammatica è detta media la diatesi (cioè forma, genere e voce del verbo) che esprime la “soggettività”, cioè un particolare interesse o una partecipazione del soggetto all'azione verbale; le lingue indeuropee distinguevano in origine il medio dall'attivo; il medio è stato poi utilizzato per esprimere anche il passivo quando per questo non sia stata creata un'apposita formazione secondaria più recente. Nel greco il medio è distinto dal passivo solo nel futuro e nell'aoristo; in latino l'originaria opposizione tra attivo e medio è continuata dall'opposizione tra attivo e deponente. I grammatici distinguono un medio riflessivo, che può essere diretto (quando il soggetto è anche l'oggetto del verbo: greco lóuomai, io mi lavo) o indiretto (quando il soggetto agisce per il proprio interesse: greco hairôumai, prendo per me cioè scelgo), e un medio dinamico in cui il soggetto compie l'azione da sé o con mezzi propri (greco skopôumai, rifletto). In italiano il valore mediale di un verbo può essere espresso anche con le forme atone del pronome personale (mi faccio una bella passeggiata).

Istruzione: scuola media

Corso di studi intermedio fra la scuola elementare e la scuola media superiore. La legge 31 dicembre 1962, n. 1859, ha unificato i precedenti tipi di scuola media inferiore che fino al 1940 si distinguevano in ginnasio, istituto tecnico e istituto magistrale inferiori; con la riforma Bottai (1940), questi vennero riuniti in un istituto triennale, anche se continuarono a esistere i corsi inferiori degli istituti artistici e le scuole secondarie di avviamento professionale. Con la legge del 1962 coloro che conseguono la licenza elementare sono ammessi alla scuola media unica, di durata triennale, che si prefigge di completare l'istruzione di base e di orientare gli allievi a una scelta di attività successiva, e funge da scuola dell'obbligo fino al 14º anno di età. Con la legge 4 agosto 1977, n. 348, sono stati aboliti gli esami di riparazione e i voti trimestrali sono stati sostituiti da periodici giudizi raccolti in apposite “schede di valutazione”. La legge 16 giugno 1977, n. 517, ha poi eliminato l'insegnamento del latino mentre quello della lingua italiana è stato integrato da riferimenti “alla sua origine latina e alla sua evoluzione storica e alle lingue straniere”. L'educazione musicale è diventata obbligatoria ed è stata introdotta l'educazione tecnica comprendente i precedenti corsi differenziati maschili e femminili.

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