Lessico

sm. [sec. XIV; dal greco méthodos, ricerca].

1) Modo con cui si attua una cosa, con cui si realizza una iniziativa partendo da determinati principi stabiliti a priori e procedendo logicamente: modificare il metodo di una ricerca.

2) L'insieme dei principi che informano uno studio, che indirizzano una disciplina: metodo storico. In particolare, libro in cui sono esposti con ordine gli elementi di una disciplina, specialmente sotto forma di esercizi graduati. Con accezioni specifiche: A) nel linguaggio scientifico, procedimento generale per risolvere classi di problemi specificate di volta in volta; per esempio, metodo dei minimi quadrati, metodo Montecarlo, ecc. Sono di ampio uso anche metodi costruttivi di dimostrazione dell'esistenza di un determinato ente, o di risoluzione di un determinato problema, consistenti nel costruire effettivamente quell'ente, o la soluzione di quel problema. B) In psicologia, metodi psicofisici o sensoriomotrici, metodi di misura delle sensazioni in funzione delle variazioni di stimolazione. C) In economia, metodo ammortamento, procedimento seguito nel calcolo delle quote di ammortamento.

3) Modo di vivere, di agire, di comportarsi: quell'uomo nella vita non ha metodo; allevare i figli con metodo spartano; anche attenzione, cura scrupolosa e sistematica nell'eseguire qualche cosa: lavorare con metodo.

4) Nel calcio, tattica di gioco impostata sul tema di 1 (portiere), 2 (terzini), 3 (mediani), 5 (attaccanti), ideato in Gran Bretagna e quindi usato in tutto il mondo. Criticato nel dopoguerra, è stato superato da una nuova tattica, il sistema.

Economia: generalità

Nella pratica contabile diversi sono i metodi di calcolo degli interessi da capitalizzare periodicamente per determinare il saldo nei conti correnti fruttiferi, ma i più usati sono soprattutto tre: diretto, indiretto, scalare. Nel metodo diretto, per ogni operazione registrata nel conto si calcolano direttamente gli interessi o gli sconti dalle singole scadenze al giorno di chiusura. Di solito, per abbreviare le operazioni si calcolano, invece degli interessi o degli sconti, i numeri relativi a ciascun capitale moltiplicando i singoli capitali per i rispettivi giorni (numeri neri per i capitali con scadenza anteriore al giorno di chiusura e numeri rossi per quelli con scadenza posteriore). Nel metodo indiretto si assume a giorno presunto di chiusura una data anteriore a tutte le scadenze, detta epoca, a cui si riferiscono le valute di tutte le altre operazioni. Tale metodo ha il vantaggio di non richiedere, per il calcolo anticipato dei numeri, la conoscenza della data di chiusura e di evitare, in generale, il calcolo di numeri rossi. Nei conti correnti a forma scalare il calcolo degli interessi si fa col metodo scalare. Le diverse operazioni sono disposte le une sotto le altre in ordine di data e per ogni operazione si fa la somma algebrica con il saldo precedente, determinando così la somma a debito o a credito del correntista. L'interesse viene quindi calcolato su ciascun saldo per il periodo intercorrente fra due successive valute. I procedimenti più usati sono tre: Zigoli, Besta, Amburghese. Il calcolo dell'interesse può essere attuato con vari procedimenti abbreviati, fra cui quello delle parti aliquote dove sono usati il metodo francese (o del 60), interesse determinato in base al tasso del 6% e successivo adeguamento al tasso in esame; il metodo inglese (o del 5%) per il quale, con procedimento analogo, si calcola l'interesse al tasso del 5% e poi si adegua, con le parti aliquote, al tasso effettivamente previsto.

Economia: organizzazione aziendale

Nella gestione aziendale si distinguono il metodo del patrimonio netto (equity method), criterio di valutazione delle partecipazioni, ai fini di una corretta iscrizione nel bilancio d'esercizio, e il metodo del dettaglio (retail method), procedimento di valutazione delle rimanenze di magazzino. Il primo consiste nella valutazione delle partecipazioni in linea con la quota parte del capitale netto che esse rappresentano nell'impresa partecipata. Tale valutazione va adeguata, periodo per periodo, alle variazioni del capitale netto rappresentato. Le eventuali differenze positive o negative fra il costo di acquisizione e la valutazione con il metodo del patrimonio netto costituiscono rispettivamente un avviamento da ammortizzare negli anni o una rettifica del valore considerato. Il metodo è utilizzato nella redazione di bilanci consolidati, con riferimento alle cosiddette partecipazioni di minoranza; è stato anche recepito dal legislatore italiano che ne impone l'applicazione come valore massimo di valutazione delle partecipazioni non azionarie (art. 2425 Codice Civile, in vigore fino al 31 dicembre 1992) o come valore effettivo per la valutazione delle partecipazioni qualificate (art. 2426 Codice Civile, in vigore a partire dal 1º gennaio 1993). Il metodo del dettaglio è utilizzato nel commercio al dettaglio, particolarmente dalle imprese della grande distribuzione, per la determinazione delle rimanenze finali attive nel calcolo del risultato di periodo. Il metodo valuta le merci, registrate in inventario al prezzo di vendita e opportunamente classificate sulla base di categorie qualitativamente omogenee e dei margini di ricarico, scomputando la percentuale di ricarico adottata dalla differenza fra i valori di carico e quelli di scarico. Matematicamente si ha: V=R×C, dove: V=valutazione al metodo; R=rimanenza di merci al valore di ricavo; C=percentuale di costo, pari a:

Il metodo è inoltre fiscalmente ammesso in deroga al criterio del LIFO proprio in considerazione del rischio di perduranti svalutazioni del magazzino merci. § È detto calcolo metodi e tempi, nelle aziende industriali, il servizio che dipende da un apposito ufficio tecnico che predispone, per ogni lavorazione effettuata, un suo ciclo calcolando le materie prime, gli impianti necessari e i tempi di lavorazione occorrenti.

Filosofia

Un primo significato storico-constatativo è riferibile all'orientamento e agli scopi che ciascun filosofo o corrente filosofica si pone: si parla in questo senso di metodo cartesiano o hegeliano. In un'accezione valutativa (in quanto la conoscenza secondo un metodo è distinta e privilegiata rispetto a quella che non lo possiede), un significato del termine si riferisce a procedimenti o tecniche di ricerca particolari capaci di garantire risultati validi per gruppi definiti di oggetti. Si può infine parlare di metodo, ancora valutativamente, per indicare una disciplina e il procedimento a essa proprio (per esempio metodo filosofico, matematico). Nel primo significato, il metodo, equivalendo senz'altro a “dottrina”, indica solo la struttura interna di un sistema di pensiero ed è oggetto di pura ricostruzione storica; nel terzo significato, se cioè una disciplina abbia un metodo proprio, dalla cui rigorosa e universale applicazione ne dipenda l'ottenimento di risultati validi, ha perduto d'importanza in età contemporanea. L'influenza delle scienze e il rilievo sempre maggiore dato in esse a procedure euristiche o di controllo relative a fenomeni o campi d'indagine particolari, ha fatto sì che al problema del metodo proprio a una disciplina nella sua totalità (per esempio alla filosofia), si sia gradatamente sostituito quello delle tecniche o dei metodi da utilizzare specificamente. È la sorte della ricerca di un metodo filosofico in toto: nell'antichità la dialettica platonica e il metodo sillogistico aristotelico furono tentativi di fornire uno strumento conoscitivo globale per risalire alla verità al di là dell'apparenza. Nell'età moderna, il metodo induttivo di F. Bacone, fondato sulla raccolta e organizzazione sistematica dei dati empirici al fine di pervenire a una conoscenza certa e progrediente, e il metodo deduttivo cartesiano, che traeva la forma propria del procedere scientifico dalla rigorosa concatenazione di verità accertate, riproponevano, da diversi punti di vista, l'ideale del metodo come accesso adeguato alla totalità ordinata e articolata del reale. L'accentuazione massima di questa tendenza si ha in Spinoza, per cui il metodo diviene conoscenza riflessa o idea dell'idea, riflessione cioè sul cammino che la verità stessa compie, in un ordine che non è inerente alla ricerca, ma fissato dalla realtà stessa. Tale tendenza, per cui metodo e sistema del reale si sovrappongono, si ritrova anche nell'idealismo, particolarmente in Hegel. Successivamente, l'assolutizzazione del procedimento scientifico a opera del positivismo, e più ancora la progressiva rinuncia da parte della scienza a pretese di sistema conoscitivo universale hanno contribuito a far considerare i problemi di metodo come modalità interne della ricerca in atto per garantire il retto esame di fenomeni specifici.

Bibliografia

E. Cassirer, Storia della filosofia moderna, Torino, 1952-58; M. Grabmann, Die Geschichte der scholastischen Methode, Basilea-Stoccarda, 1961-62; J. M. Bocheński, The Methods of Contemporary Thought, Dordrecht, 1965; F. Barone, Teoria ed osservazione della metodologia scientifica, Napoli, 1990.

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