mètro (unità di misura)

Indice

Lessico

sm. [sec. XIX; dal francese mètre, tratto dal greco métron, misura].

1) Unità fondamentale (simbolo m) di lunghezza del Sistema Internazionale (SI).

2) Strumento di misura delle lunghezze, avente lunghezza uguale o maggiore a 1 m; ha la scala suddivisa in decimetri, centimetri e millimetri.

3) Fig., criterio di giudizio: non puoi usare lo stesso metro per tutti.

4) Ant. e lett., misura in genere.

Metrologia

Nel S.I. il metro è definito (metro ottico) come la lunghezza eguale a 1.650.763,73 volte la lunghezza d'onda, nel vuoto, della radiazione corrispondente alla transizione fra i livelli 2p₁0 e 5d5 del cripto 86. In Italia il metro è realizzato mediante il campione dell'Istituto di Metrologia Gustavo Colonnetti del CNR, a Torino. La prima definizione del metro fu data come unità naturale, pari alla quarantamilionesima parte del meridiano terrestre. Dopo una prima realizzazione di un campione artificiale, cioè di una sbarra di platino a sezione rettangolare di 24×4 mm, di cui il metro era la distanza fra le facce estreme, una commissione internazionale formata da rappresentanti di 30 Stati e detta la Commissione Internazionale del metro decise (Parigi, 1872) la costruzione di un campione in lega di platino (90%) e iridio (10%) di sezione ad H; la distanza di un metro era definita, a.0 ºC, da due trattini incisi su detto campione. Tale metro, conservato nell'Archivio internazionale dei Pesi e Misure del Museo di Sèvres (Parigi), è chiamato metro degli archivi; esso risultò di.0,2288 mm più corto di quello corrispondente alla definizione originaria. Nonostante ciò, fu accettato come campione internazionale di lunghezza. La definizione fu poi modificata passando da un campione naturale, cioè dalla frazione della lunghezza del meridiano, a un campione artificiale, e cioè la stessa sbarra di platino-iridio. Ferma restando la lunghezza corrispondente al metro, l'undicesima Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure (1960) ha restituito al metro il carattere di unità naturale (metro ottico), sfruttando i progressi dei metodi di misura interferometrici, che garantiscono, sulla lunghezza di 1 m, un errore massimo di.0,003 μm anziché 0,1 μm. La XVII Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure ha introdotto una nuova definizione per il metro, che è pertanto la distanza percorsa dalla luce nel vuoto nel tempo di 1/299.792.458 s. L'abbandono del vecchio sistema è dovuto al fatto che si dispone di mezzi molto precisi per misurare la velocità della luce (la quale diventa così un termine di raffronto molto più attendibile).

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