mòdulo

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sm. [sec. XIII; dal latino modŭlus, dim. di modus, misura, regola]. Esemplare, elemento immutabile, che si adotta come modello o come base per stabilire o proporzionare le misure di un insieme; anche stampato contenente indicazioni generiche da completare negli appositi spazi con notizie e dati particolari; formulario, modulo continuo. Con accezioni specifiche: A) in agricoltura, modulo di dispensa (o modulo d'acqua), volume di acqua che affluisce in un minuto secondo sul terreno nell'irrigazione. In Italia il modulo rappresenta il corpo d'acqua che fluisce nella quantità di 100 l al s; si suddivide in decimi, centesimi e millesimi. B) In araldica, unità di misura mediante la quale si stabiliscono le proporzioni tra le dimensioni dello scudo; normalmente lo scudo è di sette moduli in larghezza e di nove in altezza, mentre le pezze onorevoli hanno larghezza pari a due moduli. C) In numismatica, il diametro di una moneta. Nel 1815 Th. E. Mionnet ideò un sistema di misurazione dei moduli, la cosiddetta scala di Mionnet. Oggi tale misura è data in millimetri. D) Nella tecnica, grandezza caratteristica degli ingranaggi, definita come rapporto tra il diametro primitivo di una ruota e il numero dei denti, alla quale si fa riferimento per calcolare le dimensioni degli ingranaggi. Valgono le relazioni M=D/z=p/π, dove M indica il modulo, z il numero di denti, p il passo circonferenziale, D il diametro primitivo. E) In architettura, unità di misura convenzionale sulla quale si rapportano le varie parti di un edificio (o in genere di un insieme, di una struttura) allo scopo di ottenere proporzione tra loro e rispetto all'ambiente circostante. Nell'architettura classica il modulo è desunto dal diametro inferiore della colonna. Al modulo dell'architettura corrisponde il canone della scultura (vedi anchePolicleto). La modulazione corrisponde dunque in generale al tentativo di codificare le espressioni d'arte come conseguenza dell'uso rigoroso di norme, di rapporti precisi; tuttavia in età contemporanea, in seguito all'industrializzazione del prodotto edilizio, la ricerca di una dimensione ottimale degli elementi base costitutivi dei tipi edilizi, per esempio l'aula nella scuola o il complesso camera-bagno in grezzo negli alberghi, ha promosso l'esigenza di un loro coordinamento rispetto a un parametro dimensionale che tenesse conto contemporaneamente anche delle esigenze di produzione e di impiego di elementi costruttivi e tecnologici, che a cominciare dagli studi condotti dagli architetti del movimento razionalista, si è sviluppato a diversi livelli secondo le condizioni economico-produttive dei singoli Paesi (vedi ancheprefabbricazione, standardizzazione). F) In informatica, unità o elemento normalizzato di sistema software o hardware che può combinarsi con altri dello stesso tipo in modo da permettere un gran numero di configurazioni differenti; per esempio, i moduli di programma (o segmenti), in un sistema software, sono le parti in cui un lungo programma può essere suddiviso, in modo che diversi programmatori possano stilarli contemporaneamente; moduli di memoria, in un sistema hardware, è un gruppo di posizioni di memoria principale che, insieme ai circuiti relativi, costituisce un'unità fisica a sé stante. Alla memoria possono venire aggiunti moduli in tempi diversi sino a raggiungere la capacità massima prevista per quel tipo di elaboratore. G) In aeronautica, ciascuna delle parti separabili del complesso di lancio di una nave spaziale, per esempio modulo di servizio, modulo di comando. H) In matematica, modulo di un numero reale relativo (simbolo ||), il suo valore assoluto; per esempio, |-5|=5; |2|=2; modulo di un numero complesso z=a+ib, la quantità

in cui z è il coniugato a-ib di z;modulo di un vettore v di componenti cartesiane a e b, la quantità

in cui × è simbolo di prodotto scalare; modulo di una sostituzione lineare, il determinante dei coefficienti della sostituzione; modulo dei logaritmi naturali, il numero

in cui e è il numero di Nepero; modulo di una congruenza, il numero naturale m per il quale si dividono gli altri interi nella congruenza. È anche sinonimo di gruppo abeliano addittivo, soprattutto nella locuzione A-modulo, essendo A un anello (vedi spazio vettoriale). I) In astronomia, modulo di distanza, differenza fra m magnitudine apparente di una sorgente celeste, corretta per l'arrossamento introdotto dalla materia interstellare, e M sua magnitudine assoluta. Vale la relazione m-M=5 logd-5 in cui d è la distanza espressa in parsec (=3,26 anni luce).