mòrva

sf. [sec. XIX; dal francese morve]. Malattia infettiva, detta anche moccio per il notevole scolo nasale mucopurulento, che colpisce in particolar modo gli equidi e meno frequentemente i carnivori e l'uomo. La morva è dovuta a Malleomyces mallei, bacillo che alberga principalmente nello scolo nasale e nelle ulcere dei nodi degli animali colpiti. La trasmissione avviene per contatto indiretto: acqua, foraggi, attrezzi della stalla, ecc. Si distinguono forme acute, subacute e croniche che, prevalentemente, colpiscono rispettivamente l'asino, il mulo e il cavallo. Nel caso dell'asino e del mulo la morte sopravviene rapidamente; le forme croniche del cavallo possono durare anche anni per cui hanno maggiore importanza dal punto di vista infettivo. Le sedi preferenziali dell'infezione sono le cavità nasali, la cute e i polmoni; non vi sono cure specifiche e gli animali muoiono per crisi acuta, per cui si preferisce abbatterli onde evitare epidemie. La morva è soggetta a denuncia obbligatoria. Nell'uomo la morva provoca raccolte purulente cutanee che tendono ad aprirsi formando ulcere profonde che interessano anche le cartilagini e le ossa. La terapia si avvale di antibiotici a largo spettro.

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