manìaco-depressivo

agg. Psicosi maniaco-depressiva, grave disturbo dell'affettività, caratterizzato da un'alternanza di fasi depressive e di fasi di eccitamento maniacale. Sono dette monopolari le forme con fasi solo maniacali o solo depressive e bipolari quelle con alternanza delle due fasi. Nel tentativo di identificarne i momenti causali, una serie di elementi hanno supportato l'ipotesi che questa malattia psichiatrica riconosca una base organica: un certo tasso di rischio ereditario, la rapidità di insorgenza delle diverse fasi, senza un apparente fattore scatenante, il brusco passaggio dalla fase depressiva a quella maniacale e la precisa insorgenza stagionale osservata in alcuni soggetti. Inoltre, alcuni dati sperimentali e il successo delle moderne terapie farmacologiche antidepressive, fondate sulla somministrazione dei mediatori chimici dell'impulso nervoso, hanno in qualche modo supportato questa ipotesi. I sintomi clinici della fase depressiva possono insorgere con una generica svogliatezza e astenia, disturbi del sonno, senso ingravescente di angoscia e inadeguatezza, fino al quadro conclamato della crisi depressiva; l'esaurimento della fase depressiva è indicato dalla graduale ricomparsa di un certo interesse per l'ambiente esterno e dal progressivo scomparire dei disturbi del sonno. Durante la fase maniacale, inizialmente si osserva una sorta di euforia e di eccessivo ottimismo, in concomitanza con irrequietezza, insonnia, iperattività e notevole instabilità dell'umore; successivamente si manifestano i segni dell'attacco maniacale vero e proprio. Il primo segno di estinzione della fase maniacale è la comparsa di una forma di critica nei confronti del proprio comportamento. La durata dei singoli episodi è estremamente variabile, come pure la durata dell'intervallo di benessere tra una crisi e un'altra: tuttavia quasi immancabilmente si assiste a un progressivo peggioramento, caratterizzato da intervalli sempre più brevi, fino alla cronicizzazione. La terapia della fase depressiva, che imporrebbe il ricovero in ambiente ospedaliero allo scopo di controllare i pazienti e impedire che mettano in atto propositi autolesivi, si avvale degli antidepressivi, mentre nella fase maniacale sono indicati i sali di litio, che si sono rivelati utili anche negli intervalli intercritici nel prevenire le ricadute e comunque nel ridurre la frequenza e l'intensità delle crisi.Fra i farmaci utilizzati per controllare gli attacchi maniacali acuti e per prevenire le ricadute vi sono inoltre le benzodiazepina e gli antipsicotici.

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