marcatura

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; da marcare].

1) L'operazione del marcare; la marca stessa apposta: la marcatura delle pecore; controllare la marcatura sui capi di vestiario. Nello sport, l'azione del marcatore o il punto marcato.

2) In informatica, operazione di scrittura dei dati, sotto forma di caratteri speciali, su schede o su documenti; viene effettuata a mano o a macchina, generalmente con inchiostri magnetici o con matite a mine magnetiche; i dati possono essere letti da appositi lettori usati come unità periferiche di elaboratore.

3) Nelle tecniche nucleari, processo di attivazione di elementi che, divenuti radioattivi, consentono di seguire attraverso misure di attività i processi chimici, anche i più complessi, a cui quegli elementi partecipano. La marcatura permette anche l'analisi per attivazione. La marcatura di particolari elementi e sostanze consente inoltre di ampliare le indagini biologiche e biochimiche in vari settori quali la medicina preventiva e diagnostica, la genetica, la fisiologia animale e vegetale, l'ecologia, ecc. (vedi radioisotopo).

4) In zoologia, tecnica adottata negli studi sul campo e consistente nell'apporre segni distintivi sul corpo di un animale, in modo da poterlo riconoscere individualmente.

5) In etologia: A) il comportamento degli animali che lasciano contrassegni in punti particolari dei loro sentieri, territori, aree familiari o su conspecifici, ecc.; B) lo stesso contrassegno, che ha funzione di segnale.

Zoologia

Per gli studi di popolazione nei quali il campionamento comporti tecniche di marcatura, rilascio e ricattura degli animali, la marcatura è in genere poco evidente e possibilmente nascosta, in modo da non influenzare la probabilità di ricattura degli animali marcati; per gli studi di etologia, al contrario, si preferisce una marcatura appariscente, sicché gli animali siano visibili anche a distanza, senza disturbarne l'attività; a seconda delle dimensioni degli animali, possono essere usate macchie di colore o numeri dipinti, targhette colorate e numerate e altri analoghi contrassegni. Di impiego recente è l'uso di radiotrasmittenti miniaturizzate, che sono state sperimentate con successo praticamente su tutti i Vertebrati di peso superiore a poche decine di grammi.

Etologia

Il tipo più comune di marcatura è di natura olfattiva, ottenuto tramite sostanze odorose (feromoni) prodotte da ghiandole particolari, ma si parla comunemente anche di marcatura ottica e sonora, anche se i segnali visivi e sonori non lasciano, al contrario di quelli olfattivi, una traccia persistente. Tutti e tre i tipi di marcatura possono essere usati per delimitare i confini territoriali: quella olfattiva con la deposizione dei secreti presso i confini dell'area difesa e le altre due con l'emissione dei segnali rispettivi (per esempio il canto degli Uccelli e delle rane, le vocalizzazioni dei gibboni, o le colorazioni di certi Uccelli e Pesci) da postazioni scelte; si ritiene che l'intensità dei segnali ottici e acustici, che è inversamente proporzionale alla distanza dell'ascoltatore dal trasmettitore, possa regolare in questi casi la distanza di transito o di stazionamento dei conspecifici. Gli stessi segnali ottici e acustici, inoltre, normalmente attraggono anche gli individui di sesso opposto. La marcatura olfattiva è la più diffusa fra i Mammiferi. Molti Mammiferi possiedono ghiandole che emettono il secreto insieme all'urina o alle feci, sicché urinano e defecano spesso in punti particolari dei loro territori. Pare che la traccia odorosa possa essere riconosciuta individualmente dai conspecifici e che dalla sua intensità questi possano arguire il tempo trascorso dall'ultima marcatura. Alcune proscimmie e alcune scimmie del Nuovo Mondo si urinano sulle mani e poi con le mani si strofinano le piante dei piedi, un curioso sistema di lasciare tracce odorose lungo i percorsi. Analoga a questa, ma effettuata con secreti di ghiandole poste sui fianchi, è la marcatura tramite tambureggiamento del terreno di alcuni roditori, che battono ripetutamente le zampe posteriori contro il suolo dopo aver con esse prelevato il secreto odoroso. La marcatura dei conspecifici è effettuata in vari contesti da roditori, lagomorfi e da qualche insettivoro: i ratti e i topi, per esempio, marcano con urina tutti gli individui del gruppo in cui vivono, sicché il gruppo acquista un odore comune attraverso il quale i vari membri si riconoscono. L'automarcatura, pure effettuata con urina, è propria di alcuni cervidi e bovidi. Alcuni cobi, per esempio, nel periodo del calore si urinano frequentemente sul petto e sul collo, acquistando un odore forte e penetrante che probabilmente appare minaccioso ai competitori. Inoltre strisciano le corna sulle feci appena deposte e probabilmente trasmettono il proprio odore ai competitori durante le lotte. Marcature odorose sono proprie anche degli Insetti: alcune vespe, formiche e api lasciano lungo il cammino tracce odorose che inducono i compagni a seguire gli stessi percorsi e aiutano i marcatori a ripercorrere la strada in senso inverso.

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